VACCINI, ECCO IL PRIMO INSTANT BOOK DEI MEDICI DI FAMIGLIA

SIMG

Roma, 30 marzo 2017 – “Basta diffidenze, dubbi, ostilità e dietrologie sui vaccini. E’ questa l’opinione della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) che ha perciò deciso di realizzare, in collaborazione con Cittadinanzattiva, l’instant book Domande e Risposte Sui Vaccini. La pubblicazione gode del patrocinio della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) e di Federfarma ed è presentata oggi all’Istituto Superiore di Sanità (ISS). A partire dai prossimi giorni sarà consultabile on line e verrà distribuita in tutti gli ambulatori dei medici di famiglia della Penisola. “Anche noi siamo in prima linea per favorire le immunizzazioni – afferma il dott. Claudio Cricelli, Presidente Nazionale della SIMG -. Svolgiamo il ruolo di sentinelle della salute dei cittadini in quanto siamo operativi su tutto il territorio nazionale. Nel nostro Paese il numero di persone vaccinate sta nettamente calando. Le percentuali, in età pediatrica, per molte gravi malattie infettive sono scese sotto la soglia limite di sicurezza del 95%. Per la poliomielite, difterite e tetano è immunizzato solo il 93% dei bambini. Per quanto riguarda parotite, rosolia e morbillo siamo a meno dell’85%. Si tratta di dati francamente preoccupanti che sono frutto di un’inspiegabile sfiducia che spesso nasce, cresce e si diffonde sul web o sui social network. Vogliamo invertire questa tendenza fornendo a tutti uno strumento semplice, efficace ma dai contenuti scientifici certificati”. “Abbiamo deciso di dare il nostro contribuito a questa pubblicazione perché siamo convinti che i vaccini siano uno strumento importante per tutelare il diritto alla salute degli individui e l’interesse della collettività – sostiene Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva -. In questo modo vogliamo contribuire ad una politica di sanità pubblica, che vuole agire sulla diffidenza verso i vaccini, e per la quale l’informazione corretta è il primo passo per contrastare le diffidenze. Per invertire l’approccio culturale e favorire un ruolo più attivo e consapevole nella scelta dei cittadini per la tutela della propria salute, è necessario l’impegno e la collaborazione di tutti quelli che hanno a cuore il servizio sanitario nazionale a partire dall’intera comunità medico-scientifica e delle istituzioni”. “I vaccini hanno cambiato il corso della medicina, affermandosi nel tempo come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e della morbosità – afferma il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una nota inviata -. La nostra storia ci insegna che poche altre misure come le vaccinazioni hanno avuto un impatto così dirompente sulla salute pubblica. L’offerta vaccinale gratuita rappresenta un’opportunità di salute per tutti i cittadini perciò le differenze tra le regioni devono essere superate. Il nuovo piano vaccinale ha proprio l’obiettivo di eliminare queste differenze, con un’offerta vaccinale aggiornata e uniforme”.

Scarica il book: https://goo.gl/7Hf6K0

TUMORI: “OGNI GIORNO 30 NUOVE DIAGNOSI IN PAZIENTI UNDER 40

Fertility-Day

Bologna, 22 settembre 2016 – “Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati 30 casi di tumore in pazienti under 40, pari al 3% delle nuove diagnosi. La perdita della prospettiva della paternità o maternità a seguito dei trattamenti anti-cancro può avere un impatto notevole sulle persone che vivono l’esperienza della malattia e sui loro progetti futuri. Per questo è indispensabile che questi giovani pazienti siano immediatamente informati delle possibili tecniche per preservare la fertilità”. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) condivide il Fertility Day 2016, l’iniziativa del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per sensibilizzare i cittadini a salvaguardia della natalità nel nostro Paese a 360 gradi. Il Fertility Day prevede oggi una Tavola Rotonda su Come aiutare la salute riproduttiva e difenderla anche dal cancro a Bologna, dove interverrà il prof. Carmine Pinto, Presidente nazionale AIOM e Direttore dell’Oncologia Medica dell’IRCCS di Reggio Emilia. Bologna è una delle 4 città capofila dell’evento (insieme a Roma, Catania e Padova dove si terranno altri confronti). “Il periodo finestra tra il momento in cui il paziente riceve la diagnosi di tumore e l’inizio della terapia – spiega il prof. Pinto – è l’unico spazio utile per la crioconservazione dei gameti, cioè il loro congelamento e conservazione a bassissime temperature. Le principali tecniche di preservazione della fertilità nella donna sono costituite dalla crioconservazione degli ovociti o del tessuto ovarico e dall’utilizzo di farmaci (analoghi LH-RH) per proteggere le ovaie, nell’uomo dalla crioconservazione del seme o del tessuto testicolare”. Il materiale biologico può rimanere crioconservato per anni ed essere utilizzato quando il paziente ha superato la malattia. “Le strutture sanitarie – continua il prof. Pinto – devono implementare e integrare al loro interno sia le competenze oncologiche che di medicina della riproduzione e queste conoscenze devono essere presenti in tutte le Regioni del nostro Paese, con professionalità e tecnologie adeguate”. Il modello organizzativo auspicabile, come evidenziato nelle Raccomandazioni sull’Oncofertilità stilate da AIOM, SIE (Società Italiana di Endocrinologia) e SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) è rappresentato dalla Rete dei centri di oncofertilità, in grado di applicare queste tecniche con informazioni costantemente implementate. Alla definizione delle Reti deve accompagnarsi una diffusa formazione di tutti professionisti che intervengono sul paziente oncologico. “In ogni Regione – conclude il prof. Pinto – dovrebbero essere presenti centri di riferimento identificati per requisiti di competenza, qualità e tecnologie disponibili collegati in rete con tutte le strutture oncologiche. In questo modo sarà più semplice la scelta della struttura sia per gli oncologi che devono mettersi rapidamente in contatto con i medici della riproduzione, che per i pazienti che possono disporre di maggiori strumenti decisionali in un momento della loro vita in cui, nei tempi più brevi possibili, devono operare scelte fondamentali per il loro futuro. I centri per l’oncofertilità devono quindi essere non solo vicini all’utenza in modo che la procedura non ritardi l’inizio delle terapie, ma anche validati per tecnologie e professionalità disponibili”