SALUTE: SPORT ANCHE PER I BAMBINI ASMATICI, I PEDIATRI IN PRIMA LINEA NELLA CAMPAGNA “HO L’ASMA E FACCIO SPORT”

Il Presidente FIMP Paolo Biasci: “Siamo in prima linea, dal sospetto alla diagnosi,  al trattamento e alla sorveglianza”

ScreenHunter 10514a, 12 febbraio 2020 –  I pediatri di famiglia sono impegnati ogni giorno a riconoscere tempestivamente la malattia, a gestirla, in collaborazione con i centri di riferimento quando è grave, e a rendere tutto questo compatibile con la crescita di un bambino, che vuol dire anche sana attività sportiva. L’adesione alla campagna “Ho l’asma e faccio sport” va proprio in questa direzione. “In età pediatrica l’asma bronchiale è la più comune malattia cronica” ricorda il Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri Paolo Biasci. Arrivano a due/tre per classe i piccoli affetti da quella che è una patologia respiratoria in costante crescita, vuoi per reazioni allergiche a pollini, polveri, acari, muffe, epiteli di animali, vuoi per fattori infettivi, chimici, ambientali o reazioni da sforzo. Fare sport per questi bambini e adolescenti non solo è possibile, ma è necessario al loro benessere psico-fisico. Noi pediatri di famiglia facciamo la nostra parte, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di intercettare la malattia prima possibile, con strumenti diagnostici essenziali come lo spirometro e le prove allergiche cutanee ( skin prick test)”.

“Mi spingerei a dire che l’attività fisica per un bambino asmatico è un diritto – afferma il Vice-Presidente FIMP Antonio D’Avino – anche se in alcuni casi rischia di essere un obiettivo non raggiunto. Come pediatri di famiglia siamo i primi a dovercene responsabilmente occupare. Ma non tutti disponiamo della stessa tecnologia e di medesimi percorsi: sull’asma in età pediatrica i PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) sono a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Un percorso clinico omogeneo ci aiuterebbe invece nella gestione ottimale dei casi di asma non grave e nell’attivazione di una collaborazione strutturata e condivisa con i livelli superiori, nei casi più severi”. Ma come rendere compatibili asma e sport e quali sono le discipline più indicate per chi soffre di questa malattia? Per Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP, “il paziente asmatico che pratica attività fisica deve compiere un’adeguata preparazione e può aver bisogno di una terapia di fondo e/o di una premedicazione. Tra gli sport più adatti senz’altro il nuoto. Vanno bene comunque tutti quelli in cui l’impegno è graduale nel tempo e crescente nell’intensità, come le arti marziali, il basket e la pallavolo. Ma dobbiamo garantire a tutti i bambini asmatici anche di poter giocare a pallone. Possiamo addirittura affermare che lo sport diventa quasi la “cartina al tornasole” di una buona gestione dell’asma: se l’asma è ben trattata il bambino è in grado di praticare qualsiasi tipo di sport”. “Non dobbiamo privare bambini e ragazzi asmatici di un’opportunità di crescita fisica, psicologica, umana e sociale straordinaria come lo sport – l’appello del Presidente Biasci – considerando le positive ricadute in termini di salute e benessere. E non possiamo non pensare all’attività fisica come prevenzione di numerose patologie, anche tra gli asmatici.

Distrofia muscolare di Duchenne: in Italia colpiti 2.000 giovani

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La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha presentato a Roma le nuove iniziative per la promozione del riconoscimento precoce delle malattie neuromuscolari. Dopo anni in cui il numero di nuovi casi cresceva del 10% l’anno, nel nostro Paese, le malattie neuromuscolari manifestano attualmente un’incidenza stabile. Nonostante ciò, il numero complessivo delle persone interessate da queste gravi patologie, che tipicamente esordiscono in età infantile, è in aumento: questo accade perché le terapie di supporto oggi disponibili stanno aumentando l’aspettativa di vita di chi ne è affetto. Nella Distrofia di Duchenne, ad esempio, che nel nostro Paese colpisce circa 2.000 persone, la sopravvivenza è quasi raddoppiata negli ultimi anni. “Il nostro obiettivo – afferma il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP – è quello di cercare di anticipare l’età della diagnosi: le evidenze scientifiche e le esperienze dei malati e delle loro famiglie, infatti, ci testimoniano che la qualità e l’aspettativa di vita aumenta sensibilmente in funzione della precocità di inizio dei trattamenti. Fondamentale, quindi, risulta il ruolo del pediatra di famiglia, lo specialista che segue nel tempo lo sviluppo del bambino fin dalla nascita e che per primo può individuare i possibili segnali di sospetto, sensibilizzare i genitori a segnalarli e inviare ai servizi deputati alla diagnosi e all’avvio del trattamento”. Per questo la FIMP da oltre un anno promuove il progetto PETER PaN (PEdiatria TEerritoriale e Riconoscimento Precoce Malattie Neuromuscolari) realizzato con il supporto non condizionante di PTC Therapeutics in collaborazione con la Associazione Parent Project APS. I primi risultati dell’iniziativa sono presentati oggi in un convegno nazionale al Ministero della Salute. “Sono malattie rare che compaiono nei primissimi mesi o anni di vita – prosegue il dott. Doria -. Devono essere identificate precocemente attraverso il riconoscimento di sintomi specifici. Una diagnosi precoce gioca un ruolo chiave nel garantire l’inizio tempestivo dei trattamenti che sono in grado di rallentare la progressione della malattia. Nella Distrofia di Duchenne non esistono cure definitive e fino a poco tempo fa l’aspettativa di vita era intorno ai 20 anni. Adesso arriva frequentemente ai 30 e, non di rado, possiamo incontrare pazienti 40enni”. Nell’ambito del progetto PETER PaN è stato attivato un portale informativo (www.bilanciperlavita.it) e uno spot video di sensibilizzazione per i genitori e caregivers. “Esistono dei campanelli d’allarme che devono essere tempestivamente segnalati – prosegue il dott. Carmelo Rachele, pediatra di famiglia FIMP che sta collaborando alla realizzazione del progetto-. Se, ad esempio, un bambino nei primi mesi di vita non è in grado di sollevare la testa in posizione prona, oppure tra 6 e i 9 mesi non è in grado di rotolare o mantenere la posizione seduta o, ancora, se entro i 12-15 mesi non riesce a sollevarsi da terra sorreggendosi ad un sostegno significa che potrebbe avere un disturbo del neurosviluppo riferito all’area neuromotoria”. “Come pediatri di famiglia abbiamo il compito di valutare le competenze neuromotorie infantili all’interno delle varie attività previste dai bilanci di salute – riprende il dott. Doria -, con particolare riferimento ai primi 48 mesi di vita. Sono visite speciali che consentono di mettere in atto con tempestività percorsi diagnostico-terapeutici adeguati, eventuali esami preventivi o interventi di profilassi: è importante che le famiglie vi ricorrano con regolarità. Tali appuntamenti, inoltre, rappresentano un fondamentale momento di educazione ai corretti stili di vita dell’intera famiglia e di tutta la popolazione”. “La nostra Federazione – aggiunge il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della FIMP – vuole, quindi, con questo progetto, ribadire l’assoluta importanza di sottoporre con continuità un bimbo ai bilanci di salute. Il numero delle visite e la loro calendarizzazione variano leggermente nelle diverse Regioni, ma nel loro insieme sono uniformemente diffuse e gratuite su tutto il territorio nazionale”.

Le malattie neuromuscolari colpiscono in totale oltre 20.000 bambini e adolescenti nel nostro Paese. “Sono tutte causate da un danno genetico che può essere ereditato dai genitori o di nuova insorgenza – sottolinea il dott. Rachele -. Si tratta di patologie che determinano una progressiva debolezza muscolare che limita fortemente le capacità di movimento e può portare a deformazione dello scheletro e difficoltà respiratorie. Si calcola che quattro pazienti su dieci abbiano bisogno di programmi di riabilitazione intensiva ed estensiva. L’introduzione, negli ultimi anni, di cure specifiche e di nuovi strumenti tecnologici ha permesso di garantire una buona qualità di vita, soprattutto se intraprese precocemente grazie anche alla collaborazione e cooperazione tra il sistema di cure primarie del territorio e i centri di riferimento di terzo livello specializzati nella cura delle malattie rare”. “Fondamentale è quindi – conclude il dott. Doria – un aggiornamento complessivo delle conoscenze e competenze del pediatra di famiglia sul riconoscimento precoce e sul sostegno complessivo a pazienti che presentano esigenze particolari. Ad oggi la Federazione sta programmando corsi di formazione su queste tematiche su tutta la Penisola”

Pediatri: pronti a formare gli inseganti sul soffocamento da corpo estraneo

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Roma, 13 maggio 2019 – “Siamo soddisfatti del nuovo Disegno di Legge per la prevenzione e il controllo degli incidenti in ambito scolastico. In particolare guardiamo con grande interesse e attenzione allo sviluppo di nuovi provvedimenti relativi al soffocamento da inalazione di corpo estraneo in riferimento ai quali il DDL prevede la formazione obbligatoria del personale scolastico. Questi incidenti rappresentano una delle principali cause di decesso da incidenti nei bambini da 0 a 3 anni. E continuano ad essere un problema rilevante fino all’inizio dell’adolescenza”. E’ quanto ha dichiarato la Federazione Italia Medici Pediatri (FIMP) durante l’audizione alla Commissione Istruzione pubblica del Senato della Repubblica. L’evento si è tenuto nei giorni scorsi e rientra nei lavori parlamentari sul Disegno di Legge n. 641 “Modifiche al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, in materia di formazione del personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola dell’infanzia”. “Piccoli oggetti o pezzi di cibo possono ostruire le vie respiratorie e bastano solo quattro minuti per arrivare alla morte cerebrale da anossia cellulare – ha sottolineato il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche della FIMP durante l’audizione a Palazzo Madama -. Questo brevissimo lasso di tempo può fare la differenza tra la vita e la morte o l’invalidità grave. E’, quindi, di fondamentale importanza che nelle scuole gli operatori siano preparati ad affrontare queste pericolose situazioni. Come rappresentati della pediatria di famiglia proponiamo di inserire, nel provvedimento, un comma che renda obbligatoria la formazione il personale scolastico anche sulle strategie di prevenzione degli episodi di inalazione. Queste nuove norme, inoltre, dovrebbero essere valide non solo per le scuola dell’infanzia ma anche per tutti gli asili nido”. “Il nostro auspicio è che il DDL concluda al più presto e in modo positivo il suo iter – ha concluso Doria -. Come Società Scientifica siamo pronti a dare il nostro contributo per elaborare nuove strategie di intervento a favore del primo soccorso agli incidenti in ambito scolastico. Infine possiamo, visto la nostra presenza capillare su tutto il territorio nazionale, integrare le attività di prevenzione con una corretta educazione sanitaria rivolte alle famiglie italiane e ai bambini”.

Ecco la “Top Five” dei pediatri per promuovere buone pratiche cliniche

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Roma, 30 ottobre 2018 – Si tratta di cinque raccomandazioni che hanno l’obiettivo di favorire l’appropriatezza prescrittiva di esami diagnostici e di alcune terapie per la cura dei più frequenti disturbi di salute dei bimbi promuovendo il dialogo tra pediatri e famiglie. E’ un’iniziativa della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e fa parte del progetto “Fare di più non significa far meglio – Choosing Wisely Italia” lanciato nel 2012 dalla rete di professionisti e cittadini “Slow Medicine”. Le raccomandazioni della FIMP sono “ufficiali” e pubblicate, oltre che nel sito di Choosing Wisely Italia, nel sito dell’Istituto Superiore Sanità (ISS) all’interno del Sistema Nazionale Linee Guida. “Siamo arrivati a queste cinque raccomandazioni attraverso un’indagine e una riflessione interna che ha coinvolto oltre 1.040 pediatri di famiglia – sottolinea il dott. Mattia Doria, segretario nazionale alle attività scientifiche ed etiche della FIMP -. Abbiamo in un primo momento individuato 16 pratiche cliniche considerate a rischio di inappropriatezza. Tra queste ne sono state selezionate cinque. Con questo nuovo documento vogliamo dare un contributo utile a limitare l’utilizzo di pratiche cliniche non confermate dalle evidenze scientifiche ma ancora diffuse sia tra i medici che tra le famiglie. La promozione delle buone pratiche clinico-assistenziali e terapeutiche, come già abbiamo fatto sul tema dell’utilizzo giudizioso degli antibiotici, rappresenta uno dei principali obiettivi di FIMP per garantire la migliore salute possibile ai bambini che seguiamo. L’Italia, infatti, è ai primi posti in Europa per numero di esami prescritti e per utilizzo di alcuni farmaci, tra cui gli antibiotici. E questo vale anche per le cure pediatriche. Si tratta di un problema importante sia da un punto di vista di salute pubblica che di politica sanitaria. Incrementare l’appropriatezza e ridurre il numero di test diagnostici e trattamenti inutili può portare, oltre che ad una migliore salute soggettiva e di comunità, anche a cospicui risparmi di risorse da reinvestire in altri settori dell’assistenza medica”.

Ecco le cinque raccomandazioni della FIMP: 

1. Non prescrivere farmaci (per aerosol e/o sistemici) in caso di Bronchiolite 
2. Non fare diagnosi di Infezione delle Vie Urinarie in base al solo esame colturale delle urine 
3. Non trattare sistematicamente una febbre, in assenza di altri sintomi. Se si decide di trattare, fare ricorso a dosaggi appropriati, evitando l’uso combinato/alternato di paracetamolo e ibuprofene 
4. Non utilizzare farmaci cortisonici per via sistemica per il trattamento della febbre 
5. Non utilizzare terapia nasale topica attraverso doccia nasale micronizzata con farmaci non specificamente autorizzati per questa via di somministrazione 

LA FIMP: “SUI VACCINI TROPPE DIFFICOLTÀ ORGANIZZATIVE”

Riva del Garda (TN), 12 ottobre 2018 – Il Presidente Paolo Biasci: “Per garantire a tutti i bambini gli stessi diritti va uniformata l’organizzazione sanitaria e rilanciati gli investimenti nella medicina del territorio. Così potremo rispondere alle sfide del futuro come i disturbi del neurosviluppo e l’inquinamento ambientale”

“Per assicurare a bambini e adolescenti italiani una migliore assistenza bisogna uniformare l’organizzazione sanitaria del nostro Paese ed è necessario ridimensionare fortemente le varie autonomie regionali. Solo così sarà possibile garantire a tutti i giovani gli stessi diritti”. E’ questo il monito lanciato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) al Governo in occasione della seconda giornata del suo XII Congresso Nazionale Scientifico. L’evento, dal titolo, Tutti i Bambini ….un unico Stivale, si tiene a Riva del Garda (Trento) dall’11 al 13 ottobre e vede la partecipazione di oltre 1.000 specialisti da tutta la Penisola. “Nel nostro Paese, esistono ancora differenze territoriali molto forti per quanto riguarda le opportunità di diagnosi, presa in carico e cura di bimbi e adolescenti – afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della FIMP -. Per ottenere un’erogazione di prestazioni sanitarie che sia più omogenea bisogna puntare sul sistema sanitario nazionale equo e solidale così come proposto dal Governo nel suo Contratto. I livelli essenziali d’assistenza (LEA) devono essere applicati e applicabili, dalle Alpi alla Sicilia, anche attraverso un adeguato finanziamento. Se questo non avverrà, i LEA saranno solo di competenza delle Regioni e quindi le differenze tra quelle virtuose e quelle commissariate aumenteranno. E allo stesso modo cresceranno le disparità tra i territori”. Sempre secondo la FIMP la riorganizzazione della sanità italiana deve porre al centro la medicina del territorio, le cure primarie e quindi anche la pediatria di famiglia. “Durante l’età pediatrica i percorsi di assistenza iniziano e terminano favorevolmente nell’ambito dello studio del pediatra di famiglia nel 95%, dei casi senza dover ricorrere a livelli specialistici di secondo o terzo livello – sottolinea Biasci -. Rappresentiamo una figura professionale peculiare che contraddistingue il nostro sistema sanitario nazionale da quello degli altri Paesi Europei. Siamo una risorsa importante e la nostra categoria deve essere maggiormente valorizzata per poter così rispondere meglio alle sfide del futuro”.
I principali temi scientifici al centro del congresso nazionale FIMP di Riva del Garda sono: le vaccinazioni, i disturbi del neurosviluppo e l’influenza dei fattori ambientali sulla salute di neonati e bimbi, che rappresentano alcune tra le principali sfide che un pediatra di famiglia italiano deve affrontare nella pratica clinica quotidiana. “Per quanto riguarda le vaccinazioni – afferma il dott. Giorgio Conforti, Referente Area Vaccini della FIMP – le difficoltà non sono solo rappresentate dalla ingiustificata diffidenza di un parte (seppur largamente minoritaria) della popolazione verso questi presidi sanitari. Esistono anche problemi organizzativi che ostacolano l’accesso delle famiglie e rendono più difficoltoso raggiungere i livelli di copertura consigliati dalle autorità sanitarie nazionali. Nello Stivale, persistono forti differenze non solo a livello regionale ma a volte addirittura in ogni singola Azienda Sanitaria Locale. La proposta vaccinale deve invece essere uniforme e unitaria così come chiediamo da diversi anni attraverso il Board del Calendario Vaccinale per la Vita, di cui facciamo parte insieme ad altre Società Scientifiche”. “Lo stesso vale per il riconoscimento precoce dei disturbi del neuro sviluppo – sottolinea il dott. Mattia Doria, Segretario Nazionale Attività Scientifiche ed Etiche FIMP-. Esistono diversi progetti locali che però non trovano un corretto coordinamento generale. Per questo la FIMP ha recentemente avviato una collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Siamo al lavoro per definire un protocollo scientifico comune e una serie d’interventi strutturali all’interno dei bilanci di salute. I problemi legati al neuro sviluppo sono una realtà delicata e sempre più importante del nostro lavoro. Solo l’autismo colpisce oltre 500mila italiani. Per la prima volta in Italia si sta portando avanti un piano condotto a livello nazionale e non più singole, e spesso inefficaci, sperimentazioni locali”. Un altro tema di grande attualità, sia scientifica che politico-sociale, è quello dell’ambiente verso il quale i pediatri di famiglia devono prestare sempre più attenzione. “Come evidenziato dalla ricerca medico-scientifica la prevenzione delle malattie deve cominciare nei primi 1.000 giorni di vita che iniziano durante la gestazione – ricorda la dottoressa Graziella Sapia, Referente per l’Ambiente FIMP -. Ai fattori ambientali come l’inquinamento sono riconducibili un terzo delle patologie infantili. La salvaguardia della salute dei bambini italiani, e quindi dell’intera società, deve passare anche da azioni di controllo e protezione della qualità dell’ambiente in cui viviamo. I pediatri di famiglia hanno un ruolo fondamentale in questo ambito in quanto in contatto con le famiglie e quindi in grado di fare una corretta comunicazione ed educazione su questo tema cosi importante”. “A queste bisogna però sempre affiancare la promozione dei corretti stili di vita – conclude il Presidente Biasci -. Nel nostro Paese l’11% degli under 17 fuma regolarmente, un bimbo su tre è in sovrappeso o addirittura obeso e la sedentarietà interessa il 22% degli under 10. Possiamo svolgere un ruolo di rilievo e un’azione incisiva perché le caratteristiche dell’assistenza prestata dal pediatra di famiglia e il rapporto di fiducia con bambini e genitori ci pone in una posizione privilegiata per svolgere questo ruolo”.IMG_20181012_102352_resized_20181012_110523268-720x540

In aumento il consumo di stupefacenti tra i giovani

Fimp: ‘subito al via programmi di informazione nelle scuole’

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Roma, 27 giugno 2017 – “La Federazione Italiana Medici Pediatri è pronta a dare il suo contributo per contrastare il preoccupante fenomeno del sempre maggiore consumo di sostanze stupefacenti nel nostro Paese. Bisogna puntare su programmi integrati di informazione e formazione già in età scolare fornendo alle famiglie gli strumenti per riconoscere i campanelli d’allarme ed intervenire precocemente”. E’ quanto afferma la FIMP in occasione della seconda giornata di lavori del seminario Donne e Droghe: dalla politica alla buona pratica organizzato dal Dipartimento Politiche Antidroga del Governo e dal Gruppo Pompidou. L’iniziativa fa parte della Giornata Mondiale contro la Droga e vede per la prima volta la partecipazione anche dei rappresentanti dei pediatri di famiglia. “I dati italiani sono davvero preoccupanti – afferma il dott. Giampietro Chiamenti Presidente della FIMP -. Gli adolescenti residenti nel nostro Paese sono ai primi posti in Europa per consumo di alcol, droghe, sigarette, tranquillanti e sedativi. La sostanza illegale più sperimentata, almeno una volta nella vita, è la cannabis. La provano il 21% dei giovani mentre la media europea si attesta al 17%. L’inizio precoce avviene di solito intorno ai 14 anni, ma è in aumento l’utilizzo anche tra i pre-adolescenti. E’ quindi una fascia d’età chiaramente di interesse pediatrico”. “Questo fenomeno può avere conseguenze negative anche da un punto di vista neuropsicologico – afferma la dott.ssa Stefania Russo Responsabile Nazionale di progetto FIMP per i rapporti col Dipartimento Antidroga e col MIUR -. Lo sviluppo plastico dell’encefalo si completa solo intorno ai 20 anni e quindi ogni sostanza d’abuso, assunta prima, può interferire nel normale processo di maturazione neuronale e dare il via a tutta una serie di effetti avversi come danni sulla memoria breve e riduzione della concentrazione. Esistono poi problemi sulla capacità di problem solving, sul controllo motorio e sul tempo di reazione. È dimostrato inoltre che l’uso precoce e frequente di droghe può aumentare l’insorgenza di disturbi dell’umore, come ansia e depressione, e favorire il rischio di dipendenza in età adulta. Infine non va dimenticato il ricorso alla droga dello stupro che, mescolata alle bevande alcoliche, può essere responsabile di numerosi casi di violenza sessuale. E’ quindi necessario l’impegno di tutti, istituzioni, ricercatori, medici, operatori sanitari, per combattere questa piaga sempre più in crescita”.

AL VIA LA CAMPAGNA DEI PEDIATRI E NUTRIZIONISTI DAMMI IL 5

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Roma, 7 marzo 2017 – Una serie di cartoni animati in cinque puntate, una guida per gli insegnanti, un libro di avventure per bambini, incontri formativi con le maestre nei 15 Comuni che hanno aderito al progetto patrocinandolo, un evento finale nei teatri, dedicato ai piccoli e ai loro genitori, e uno speciale concorso tra scuole. I protagonisti di tutte queste iniziative educazionali sono cinque super-eroi. Cric, Memo, Scudo, Alma e Luce rappresentano i colori della salute legati alla frutta e alla verdura: bianco, blu/viola, giallo/arancione, rosso e verde. Saranno loro ad aiutare i pediatri e i nutrizionisti ad insegnare ai bambini italiani l’importanza di una corretta alimentazione quotidiana. Sono questi gli obiettivi della campagna Dammi il 5, ideata e realizzata da Mati Group con il contributo scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, la collaborazione della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e il patrocinio della Società Italiana di Pediatria (SIP). Le varie iniziative del progetto sono al centro di una conferenza stampa presso l’Auditorium S. Paolo dell’Ospedale Bambino Gesù. Sono presentati: il libro illustrato d’avventure Dammi il 5 in Missione Speciale, la guida “Impara giocando le regole della sana alimentazione”, contenente concetti scientifici veicolati a misura di bambino, giochi interattivi, ricette in tema, altri spunti divertenti e originali, la serie animata e sigla live/animation, scritta da Maria Teresa Carpino e composta da Paolo Vivaldi, nella quale i personaggi saranno rappresentati dagli Alpha Kids, giovani ballerini di hip hop, che magicamente si trasformeranno nei fantastici eroi animati.

AL VIA IL TOUR DEI PEDIATRI “VACCINARE SU E GIÙ PER LO STIVALE”

vaccinazioni-12171Torino, 23 febbraio – Parte da Torino la terza edizione del tour “Vaccinando su e giù per lo Stivale”. L’iniziativa è promossa dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e quest’anno toccherà anche le città di Roma e Catania continuando, come per le precedenti edizioni, la rotazione su diverse città con una serie di eventi formativi ai quali partecipano i maggiori esperti a livello nazionale. Novità è la collaborazione con la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (FNCO) individuate come partner importante nella prevenzione delle malattie infettive in gravidanza e nel periodo perinatale. “L’evento è casualmente partito in una data che segna una pietra miliare per le vaccinazioni nel nostro Paese – afferma il dott. Giampietro Chiamenti Presidente Nazionale della FIMP -. Nei giorni scorsi è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del Piano nazionale vaccini collegato ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. Bisogna rendere merito al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di aver portato a compimento questo piano con il beneplacito delle Regioni che a loro volta hanno accettato un gravoso impegno. È un momento importante che risponde in modo proattivo anche ai segnali di disaffezione dalla pratica vaccinale, emersi negli ultimi anni in molti Paesi, favorita da fuorvianti informazioni sulla sicurezza ed efficacia delle vaccinazioni veicolate in particolare tramite internet. Di fronte a ciò la Pediatria di famiglia vuole ribadire il suo impegno nella piena consapevolezza del proprio ruolo di salvaguardia della salute dei bambini ed adolescenti che il servizio sanitario nazionale le ha affidato assumendosi anche la parte di erogazione diretta dei vaccini in co-gestione con la struttura pubblica”

FIMP: “VACCINAZIONI, CENTRALE IL RUOLO DEL PEDIATRA”

bambino e dottoreRoma, 9 febbraio 2017 – “Il ruolo del pediatra di famiglia è fondamentale per favorire le vaccinazioni tra i giovanissimi e nel promuovere una comunicazione corretta con le famiglie sul tema della prevenzione delle gravi malattie”. E’ quanto ha affermato, a margine di un convegno, il dott. Giampietro Chiamenti Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). “Soprattutto possiamo avere un ruolo attivo nell’organizzazione ed erogazione delle vaccinazioni a fronte di una situazione che già nella routine dimostra di non essere in grado di soddisfare tempestivamente le domande relative all’offerta attiva e gratuita imposta dai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) abbinati al Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2016-2018 – sottolinea Chiamenti -. Questo sta comparendo in modo anche più evidente nelle situazioni di emergenza, come quella che si sta manifestando di recente con i casi di meningite”. La Federazione ha inoltre partecipato anche ad un altro incontro pubblico dedicato alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili che si è svolto a Roma. “Alcune patologie sessualmente trasmesse sono in forte aumento in tutta Europa – ha aggiunto il dott. Luigi Nigri Vice Presidente della FIMP durante il suo intervento al convegno -. La prima esperienza sessuale degli italiani in media è intorno ai 16-17 anni. I giovani non conosco le principali regole della prevenzione come per esempio l’uso della contraccezione. Per evitare un vero boom di contagi, nei prossimi anni, sono necessarie campagne educazionali svolte a livello nazionale. Noi pediatri possiamo aiutare i giovani in questo percorso perché conosciamo e affrontiamo tutti i giorni i problemi collegati alla salute in età adolescenziale. Siamo pronti a fare la nostra parte”.