POLIAMBULANZA, UN PONTE TRA BRESCIA E SINGAPORE

32-poliambulanza_notturna

 

 

 

 

 

Un intervento di chirurgia addominale d’avanguardia, eseguito per la prima volta al mondo in sincrono in un ospedale italiano e di Singapore. 

 

Brescia, 17 gennaio 2019 –  L’evento di pratica chirurgica che verrà eseguita in parallelo presso il National University Hospital di Singapore e Fondazione Poliambulanza di Brescia. Nello stesso momento, in diretta mondiale, il giorno 22 gennaio 2019, le équipe guidate dal dottor Edoardo Rosso, Direttore del dipartimento di chirurgia generale e specialistica di chirurgia del pancreas e del fegato di Fondazione Poliambulanza e dal dottor Davide Lomanto, Direttore del centro di chirurgia mininvasiva dell’Ospedale di Singapore, saranno coinvolte in una plastica di laparocele, un’operazione per curare l’ernia che insorge a seguito di interventi di chirurgia addominale. 

“L’intervento che eseguiremo per via laparoscopica (in 3D, 4K UHD) permetterà di ripristinare la continuità della fascia muscolare, la cui apertura ha determinato la fuoriuscita dell’ernia – chiarisce il dottor Rosso -. Interverremo con una rete di ultima generazione per un miglioramento della qualità di vita del paziente. Il laparocele causa una modifica del profilo costituzionale del malato e ne condiziona i movimenti. Non va sottovalutato, inoltre, il rischio di chiusura del tratto intestinale e la sua possibile resezione chirurgica”.
La scelta di eseguire l’intervento nelle due realtà ospedaliere ha un obiettivo didattico. “Eseguiremo passaggi diversi tecnicamente, per l’ordine delle procedure e per l’utilizzo degli strumenti – chiarisce la dottoressa Francesca Guerini, componente insieme al dottor Enea Bondioli e al dottor Angelo Gardinazzi dell’équipe chirurgica guidata dal dott. Rosso -. Attraverso il parallelismo sarà possibile per l’osservatore notare le differenze e quindi focalizzare l’attenzione sui vari passaggi”.
L’intervento potrà essere seguito in diretta il 22 gennaio 2019 dalle ore 9.00 alle ore 11.00 (ora italiana) o in differita, inserendo le proprie credenziali sulla piattaforma Hernia U (www.herniau.com).

Poliambulanza, sempre piu’ al servizio del territorio

“Poliambulanza si conferma sempre più come punto di riferimento per la comunità” – commenta Alessandro Triboldi, Direttore Generale di Fondazione Poliambulanza 

4337.0.431702263-0037

Brescia, 19 dicembre 2018 – E’ stata presentata l’attività clinica svolta nel 2018 da Fondazione Poliambulanza. Il documento rappresenta la proiezione dell’attività dell’anno dell’Istituto Ospedaliero bresciano. I pazienti ricoverati nel 2018 sono oltre 31.500, per un totale di oltre 154.000 giornate di degenza. Le operazioni chirurgiche eseguite superano quota 19.300. Per l’attività ambulatoriale complessivamente sono stati registrati 409.000 accessi: 74.500 sono riferibili al servizio di radiologia e diagnostica per immagini, 72.400 al servizio di laboratorio analisi, 16.900 al servizio di endoscopia digestiva, 19.300 al servizio di anatomia patologica e circa 3 mila ai Consultori Cidaf acquisiti nel 2017. Circa 550 sono stati i casi di malattie cerebrovascolari trattati, per la maggior parte si riferiscono a ictus ricoverati in Stroke Unit. Sono 2.700 i bambini nati in Poliambulanza. Cresce di un ulteriore 2,1% il numero di accessi al Pronto Soccorso di Poliambulanza, circa 85.600, con una media di 235 accessi al giorno. Oltre al numero assoluto risultano in aumento del 12% i codici rossi trattati (la media è di 5 codici rossi al giorno). I ricavi totali dell’Istituto Ospedaliero, nel 2018, sono aumentati del 2,2% rispetto al 2017 per un totale di 178 milioni. L’89% del fatturato proviene dal servizio sanitario nazionale. Circa il 63% dei ricavi proviene dall’attività di ricovero, il 24% dall’attività ambulatoriale ed il 13% da altre voci di ricavo. A questi si aggiungono circa 4 milioni di euro di attività non finanziata di cui 2,5 milioni sull’attività di ricovero e 1,5 milioni sull’attività ambulatoriale, perché superiore al tetto di risorse contrattualizzato con Regione Lombardia. Nel 2018 sono stati investiti circa 7 milioni di euro, la parte più significativa per gli investimenti ordinari e la conclusione del progetto UFA (Unità farmaci Antiblastici) per un investimento totale nell’ultimo triennio di circa 30 milioni di euro. Per quanto riguarda invece i lavoratori: i collaboratori in servizio sono 1.910, il 95% dei quali assunti con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. La spesa per il personale ammonta a circa 97 milioni di euro e rappresenta il 55% del totale dei costi.

Poliambulanza ha inoltre portato avanti un’importante attività di formazione, attraverso la realizzazione di corsi di perfezionamento, finanziamenti per l’istituzione di posti aggiuntivi presso le Scuole di Specialità di Medicina con cui sono state stabilite delle convenzioni e master per le “Professioni sanitarie con funzioni di coordinamento”, per “Strumentisti di Sala operatoria”, per “Infermieri di Pronto Soccorso, in “Stomaterapia e incontinenze” e in “Tecniche in ecografia cardiovascolare”. Nel 2018 sono stati 27 gli specializzandi che hanno frequentato in forma continuativa Poliambulanza, provenienti dalle Scuole di Specialità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Università degli Studi di Brescia, Milano e Pavia.

 

A Brescia il nuovo Punto Prelievi di Fondazione Poliambulanza

Referti in giornata e corsie preferenziali per l’accesso

 

IMG_7227

 

 

 

 

 

 

Brescia, 14 dicembre 2018 –  Presso la Residenza Sanitaria Assistenziale Casa di Dio la nuova struttura, oggi inaugurata, rappresenta un importante riferimento per la salute di tutti i cittadini. Un supporto per tutti in cui alla professionalità si coniuga la centralità della struttura. Anche i meno giovani che risiedono in zona possono così recarsi in autonomia ad eseguire tutti i controlli di cui necessitano”. “Il progetto che è stato pensato nel 2015 contestualmente alla chiusura di Poliambulanza Centro (ex Ospedale sant’Orsola FBF) – chiarisce Alessandro Triboldi, Direttore Generale di Fondazione Poliambulanza – trova oggi realizzazione nella nuova sede di Casa di Dio con l’intento di ripristinare un’attività al servizio dei cittadini che gravitano sul centro storico”. Nella nuova sede, i cittadini possono sottoporsi ai prelievi per le analisi di biochimica clinica, tossicologia, ematologia ed emocoagulazione, immunoematologia, microbiologia e virologia senza doversi recare nella sede di via Bissolati ma con le stesse garanzie di qualità e sicurezza. I campioni biologici prelevati nel nuovo Punto Prelievi sono poi trasportati presso il Laboratorio di Fondazione Poliambulanza, dove vengono analizzati. I referti possono essere scaricati per via telematica dal sito di Fondazione Poliambulanza o ritirati nei siti deputati presso il Punto Prelievi RSA Casa di Dio, oppure presso Fondazione Poliambulanza Via Bissolati 57 dal “totem di distribuzione automatica” situato all’ingresso o allo sportello informazioni.

“Garantiamo per i referti tempi molto veloci – assicura la dott.ssa Franca Pagani, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio di Fondazione Poliambulanza-. La maggioranza dei risultati è disponibile in giornata. Per alcune indagini potrebbero invece essere necessari tempi più lunghi che dipendono da quelli di processazione”. Il Laboratorio Analisi è accreditato a livello ministeriale e dalla Regione Lombardia e partecipa costantemente a programmi di Verifica Esterna della Qualità. “Le procedure che seguiamo per raccogliere e processare i campioni – continua la dott.ssa Pagani – sono standardizzate e supportate da evidenze scientifiche. Anche il trasporto dal Punto Prelievi al Laboratorio rispetta le normative previste dalla Regione e le raccomandazioni scientifiche”.

I cittadini possono recarsi al Punto Prelievi dal lunedì al sabato, dalle 7:00 alle 9:00, mentre le donne in gravidanza e i pazienti in terapia anticoagulante orale (TAO) usufruiscono di corsie preferenziali per l’accesso.

Poliambulanza: nuovo servizio di diagnosi per prevenire la cecita’ nei neonati prematuri

Con Retcam 3 possiamo assicurare il riconoscimento precoce e trattamenti adeguati
30913412122_4d6c4f90a5_b

 

 

 

 

 

 

 

Ogni anno in Italia, su circa 458mila bambini che nascono, più di 30mila sono prematuri. Una parte di questi (con peso inferiore a 1500 gr. o età gestazionale inferiore alle 32 settimane) rischia di essere affetto da retinopatia del pretermine (ROP), una patologia della retina che colpisce alcuni nati prematuri e può comportare ipovisione permanente o addirittura cecità.  Oggi Fondazione Poliambulanza dà il via al nuovo servizio di Oculistica Neonatale e Pediatrica e mette a disposizione RETCAM 3, un’attrezzatura di assoluta avanguardia per lo screening della ROP e di altre patologie malformative, ereditarie, vascolari e tumorali che colpiscono i neonati e i bambini. “Siamo onorati di disporre, insieme a pochissimi altri centri in Italia, di uno strumento di ultima generazione per lo screening oftalmico, ottenuto anche grazie al generoso contributo di UBI Banca – commenta il dott. Alessandro Triboldi, Direttore Generale di Fondazione Poliambulanza -. È una grande acquisizione, di cui potranno fruire tutti i bambini, nati prematuri e non, che affluiranno al nostro centro. Un team multidisciplinare ed esperto prenderà in carica il neonato non solo in fase di diagnosi ma per l’intero percorso di cura garantendo una continuità assistenziale sia ai piccoli che alle loro famiglie”. “E’ un investimento nella comunità a cui UBI Banca dedica costante e continua attenzione e risorse economiche significative, a sostegno di partnership consolidate per lo sviluppo di nuovi progetti ad elevato impatto sociale, che accrescano il bene comune – dichiara Stefano V. Kuhn, Direttore della Macro Area Territoriale Brescia e Nord Est di UBI Banca -. Un progetto per una diagnosi precoce e precisa nei neonati, condiviso con Poliambulanza che opera da oltre cento anni sul territorio, distinguendosi per livello delle prestazioni erogate ed efficienza gestionale”. RETCAM 3 è un’unità mobile dotata di monitor collegato ad una particolare telecamera che consente di visualizzare in tempo reale il fundus oculi del neonato, di fotografare il segmento anteriore (cornea, cristallino, angolo camerulare) e la retina ad ampio campo (130°) e di memorizzare le immagini in un database. Diventa quindi possibile conoscere e documentare lo stato reale di una patologia che potrebbe modificarsi nell’arco di poche ore. L’imaging digitale permette anche di eseguire la fluorangiografia, cioè la colorazione del circolo vascolare retinico, che visualizza le aree ischemiche e tutte le alterazioni vascolari che caratterizzano i diversi stati della ROP.

Offre perciò nuove informazioni utili per predire la progressione della malattia e per effettuare il trattamento tempestivamente e in modo più accurato. “La retinopatia del prematuro si manifesta poiché la retina del bambino non è completamente vascolarizzata alla nascita e l’ambiente postnatale non riesce a riprodurre le condizioni che in utero consentono un normale sviluppo dei vasi retinici – chiarisce la dottoressa Sara Pini, Responsabile del servizio Oculistica Neonatale di Fondazione Poliambulanza e membro dell’Associazione gruppo di studio per la Retinopatia del pretermine -.

Da qui emerge l’esigenza di esaminare i bambini potenzialmente a rischio di ROP (fase di screening), di stabilire i tempi dei successivi controlli (timing) e di identificare lo stadio soglia della ROP cioè quel momento della malattia che necessita di immediato intervento. L’obiettivo principale dello screening è di evitare la progressione della malattia che può evolvere in un distacco della retina e quindi portare alla cecità”. Lo screening oftalmologico va eseguito nei nati prima della 32° settimana o con un peso inferiore ai 1500 grammi. Fondazione Poliambulanza si propone di estendere l’esame anche ad altre categorie di neonati a rischio di alterazioni retiniche e ai casi sospetti di sindrome da scuotimento (Shaken Baby Syndrome). In caso di malattia, si interviene mediante fotoablazione con laser a diodi che consiste nell’eliminazione di quelle aree retiniche prive di vascolarizzazione, che rischiano di compromettere la normale funzionalità della retina. Dato che il bambino pretermine è più a rischio nello sviluppare successivamente difetti visivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia) e strabismo, in Poliambulanza viene seguito con un percorso completo di visite oculistiche e ortottiche durante i primi anni di vita.

 

 

 

 

 

POLIAMBULANZA: ARRIVA ‘SFERA’, SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE EDUCAZIONE RICERCA

Presentato in Fondazione Poliambulanza il nuovo Centro

ScreenHunter 4991

 

 

 

 

Brescia, 23 ottobre 2018 – Il suo nome è SFERA ed è l’evoluzione dell’Ufficio di Formazione di Fondazione Poliambulanza. E’ anche il primo centro formativo inserito in una struttura sanitaria della Lombardia orientale accreditato per erogare Formazione Professionale. Il nuovo progetto si sviluppa per aree tematiche ed è finalizzato alla trasmissione di competenze tecnico-scientifiche, organizzativo-manageriali e all’approfondimento di temi etico-relazionali (centralità della persona), di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Rivolto alle varie competenze nel campo sanitario e socio-assistenziale, prevede corsi con docenti altamente qualificati, convegni, seminari, giornate di studio, workshop monotematici, webinar e formazione e-learning, simulazioni e formazione sul campo. Attraverso l’utilizzo di strumenti all’avanguardia e coniugando un sapere scientifico a esercitazioni pratiche, l’Ufficio Formazione organizza annualmente circa 360 eventi formativi.  Fondazione Poliambulanza mette così a disposizione un’esperienza ventennale, che nel tempo si è rivolta sia all’interno che all’esterno. Nel 2018 i partecipanti esterni saranno oltre 2000, dei quali il 68% medici e il 25% infermieri, provenienti da tutt’Italia.

 

Ma da dove nasce questo progetto? “Il filo che ha guidato l’azione dell’Ufficio Formazione e su cui continua a orientarsi l’attività di SFERA è la volontà di stabilire una forte relazione con il territorio e di rispondere alle sue esigenze – spiega la dott.ssa Sabrina Maioli, responsabile della Formazione in Poliambulanza dal 2003 –. Si è cercato di facilitare i rapporti con la rete territoriale e favorire la continuità assistenziale ospedale-territorio. Consideriamo la realizzazione di eventi formativi all’esterno un’occasione per accogliere necessità, problematicità e bisogni espressi dalla rete socio-sanitaria. Ma anche l’opportunità per mettere a disposizione le nostre competenze e dare il nostro contributo alla collettività. È prevista anche una parte consulenziale per cui l’evento formativo viene sviluppato in relazione alle esigenze delle singole realtà”. “Questo legame ospedale-territorio oltre a favorire l’integrazione dei processi di cura in ottica multidisciplinare – aggiunge il dott. Alessandro Triboldi, direttore generale di Fondazione Poliambulanza – può agire anche sul tema della sostenibilità della spesa sanitaria. Ad esempio contribuendo ad agevolare l’accesso al Pronto Soccorso a pazienti che realmente lo necessitano grazie anche a specifici progetti legati ai medici di medicina generale”. I progetti formativi di Poliambulanza stimolano inoltre la creazione di vere e proprie Professional Community. L’elevata competenza delle aree chirurgiche unita all’alta tecnologia delle sale operatorie (poter disporre di immagini in 4K ultraHD/3D) permette la realizzazione di progetti formativi articolati, in cui le riprese live dell’intervento chirurgico vengono trasmesse in streaming e accompagnate da relazioni scientifiche e discussioni aperte ad interazioni provenienti, in chat, da tutta Europa. Tra le varie offerte formative rivolte all’esterno si inseriscono anche i corsi per conseguire la Qualifica Professionale di “Operatore Socio Sanitario”, riconosciuta in tutto il territorio nazionale.

FONDAZIONE POLIAMBULANZA: AL VIA IL PROGETTO PILOTA DI AIUTO PSICOLOGICO A POLIZIA E CARABINIERI

IMG_5090

 

 

 

 

Brescia, 24 settembre 2018 – Fornire un sostegno psicologico qualificato agli agenti di Polizia e Carabinieri e aiutarli ad affrontare le difficoltà legate al loro delicato lavoro. Per tenere sotto controllo lo stress, nemico del ‘sangue freddo’ in azione e anche della serenità nelle famiglie dei lavoratori delle forze dell’ordine. E’ questo l’obiettivo del progetto Spazio di orientamento e aiuto psicologico per le Forze dell’Ordine promosso da Fondazione Poliambulanza tramite i suoi CIDAF (Consultorio Interprovinciale di Assistenza Familiare). Il progetto pilota, che vuole diventare un modello da esportare in altre realtà italiane, viene presentato oggi in una conferenza stampa a Brescia alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine nella sede della Fondazione della Comunità Bresciana, che ha voluto supportare la prima iniziativa del genere in città.

“Vogliamo sensibilizzare questa particolare categoria di lavoratori sulle possibili problematiche psicologiche e relazionali – afferma il dott. Marco Freddi, Psicologo Psicoterapeuta di Fondazione Poliambulanza e Responsabile del Progetto -. Un carabiniere o un poliziotto deve lavorare spesso in contesti difficili o in situazioni di costante emergenza e urgenza. Nasce l’esigenza di offrire un programma che prevede un pacchetto di interventi che possono essere di sostegno, cura alla persona, coinvolgimento dei familiari nella gestione delle problematiche di coppia o nella gestione dei figli. La prerogativa del nostro progetto sta nell’affiancamento di un’area informativa e formativa tradizionale ad uno spazio consultoriale di aiuto e di cura anonimo, riservato e gratuito”.“L’impegno dei poliziotti in eventi traumatici, connessi ad esperienze di lavoro, sono le maggiori cause di stress degli operatori della Polizia di Stato – aggiunge il Questore della Provincia di Brescia il dott. Vincenzo Ciarambino -.  Per questo il progetto che prende oggi il via può davvero rappresentare un valido e importante sostegno per gli uomini e le donne in divisa. Ringraziamo quindi la Poliambulanza per l’ottima opportunità concessa”.

Brescia: Cambia il direttore generale alla Poliambulanza

ScreenHunter 4049

Brescia, 13 settembre 2018 –  Il nuovo direttore dott. Alessandro Triboldi  vanta un’esperienza pluriennale nel mondo bancario e ha ricoperto incarichi di rilievo in alcune delle più importanti istituzioni e società della città. È stato, tra l’altro, direttore generale del Comune di Brescia, direttore generale di Centropadane Spa, amministratore unico di Brescia Infrastrutture e presidente del Brescia Calcio. Triboldi entrerà in carica il primo ottobre. Termina dunque la direzione generale del dott. Signorini, 64 anni, medico specialista in anestesia e rianimazione e in igiene e tecnica ospedaliera, che, ha ricoperto incarichi anche nella direzione di vari ospedali tra cui il Civile di Brescia, Borgo Trento di Verona, il Mellini di Chiari e gli Ospedali Riuniti di Bergamo. Durante la sua direzione, è entrata a regime la nuova piastra multifunzionale, è stata avviata la farmacia automatizzata, la nuova centrale di sterilizzazione, l’impianto di trigenerazione e l’innovativo sistema Leksell Gamma Knife Icon, l’ultima frontiera nel campo della radiochirurgia stereotassica. Ulteriori riconoscimenti nazionali e internazionali sono stati raggiunti, l’ultimo dei quali a luglio: la certificazione europea Eusoma per il trattamento del tumore della mammella. Risultati conseguiti anche grazie all’impegno di tutta l’organizzazione e di tutti i collaboratori guidati da una dirigenza che, con competenza e passione, ha saputo coniugare un alto livello clinico scientifico con l’umanizzazione della cura. Il presidente, il consiglio di amministrazione, la comunità delle Suore Ancelle della Carità, la dirigenza e i collaboratori tutti hanno espresso al dott. Signorini una vivissima gratitudine per l’attività svolta efficacemente, prima come direttore sanitario poi come direttore generale. Al dott. Triboldi vanno i nostri migliori auguri per il nuovo importante incarico.

COLONSCOPIA: PER LA PREPARAZIONE BASTA BERE SOLO UN LITRO DI SOLUZIONE

ScreenHunter 3557

Brescia, 27 agosto 2018 – È questa la novità che la Fondazione Poliambulanza di Brescia offre ai pazienti che si rivolgono alla struttura sanitaria per svolgere una colonscopia. “Con oltre 5.000 esami ogni anno siamo ai primi posti in Lombardia per numero di test effettuati – afferma il dott. Cristiano Spada, Responsabile dell’U.O. Endoscopia Digestiva presso Poliambulanza-. La colonscopia è fondamentale per ottenere una diagnosi precoce del tumore del colon-retto. Si tratta di una delle neoplasie più diffuse in Italia e per avere buone possibilità di sopravvivenza è necessario individuarla quanto prima. La riduzione del dosaggio per la preparazione determina importanti benefici in termini sia di compliance che di tollerabilità. Nel nostro centro la colonscopia non presenta importanti criticità e di solito è ben tollerata dal momento che offriamo la sedazione a tutti i nostri pazienti. La fase di preparazione, invece, risulta ancora difficoltosa. Assumere alti volumi di soluzione è senza dubbio difficile e gravoso per il paziente. Oltre ai problemi di palatabilità ci sono anche le tempistiche da osservare che rendono la preparazione particolarmente fastidiosa e invasiva. Questo fa sì che alcuni pazienti non riescono a completare la preparazione: ne risulta una scarsa pulizia del colon che limita la capacità diagnostica della colonscopia. Poter consumarne un solo litro, suddiviso in due dosi, riduce notevolmente il disturbo e, potenzialmente, limita il numero di pazienti che non riescono a completare la preparazione”. La nuova preparazione (PLENVU) è a base di polietilenglicole (PEG) e mantiene inalterato il consolidato profilo di sicurezza e di efficacia nonostante la minore dose. A conferma della totale sovrapponibilità della nuova preparazione rispetto alle preparazioni attualmente in uso, Poliambulanza ha collaborato ad un lavoro scientifico internazionale in fase di pubblicazione ed è coinvolta in prima linea in uno studio sperimentale italiano.”Abbiamo deciso di partecipare a questa ricerca per dimostrare la piena e totale efficacia del trattamento – prosegue il dott. Spada -. Lo studio, che partirà a breve, coinvolge Poliambulanza insieme ad altri Centri italiani e ha lo scopo di confermare l’efficacia della nuova preparazione ad 1 litro rispetto alle preparazioni ad alto volume di 4 litri che in Italia al momento sono le più utilizzate”.

Fondazione Poliambulanza eccellenza nella cardiochirurgia

ScreenHunter 3387

Brescia, 17 luglio 2018 –  Nell’Istituto Ospedaliero bresciano oltre il 20% dei pazienti operati al cuore è costituito da ultraottantenni: erano solo il 2% del 1997 (+775%). L’incremento è reso possibile dall’assoluto livello di eccellenza del dipartimento cardiovascolare della struttura sanitaria. A conferma della qualità dell’assistenza ci sono i dati ufficiali Agenas: l’ente di monitoraggio del servizio sanitario nazionale. Gli interventi di plastica riparativa o di sostituzione di valvole cardiache hanno, in Poliambulanza, un rischio di mortalità a 30 giorni dello 0,3%, contro il 2,7% a livello nazionale. E’ quanto annunciano con orgoglio gli specialisti di Poliambulanza, ospedale divenuto punto di riferimento nazionale per i pazienti oltre i 65 anni che in Italia, nel 10% dei casi, presenta malattia della valvola aortica o mitralica. “La nostra cardiochirurgia è sicuramente tra le migliori – osserva il dott. Giovanni Troise, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia di Fondazione Poliambulanza -. Riusciamo, infatti, a garantire a tutti i pazienti l’uso di tecniche d’avanguardia che consentono di operare in massima sicurezza anche gli ultraottantenni. I tempi di recupero post-intervento sono ridotti e le percentuali di successo delle operazioni in costante aumento. Il segreto del successo è nell’impiego sempre più diffuso delle nuove tecnologie e nella capacità di lavorare in team.” Proprio con questa finalità, il prof. Troise è stato promotore della costituzione del GTTV (Gruppo di lavoro per il Trattamento Transcatetere delle Valvulopatie), un “heart team” costituito da vari professionisti (cardiologi, cardiochirurghi, cardiorianimatori) che settimanalmente si riuniscono per discutere i casi di pazienti più complessi, per età e patologie associate, identificando la strategia terapeutica più idonea. La chirurgia delle valvole aortica e mitralica può essere effettuata con modalità operatorie convenzionali, ma con approcci meno invasivi (incisione di 6-7 centimetri invece dei 20 canonici della chirurgia tradizionale). Vengono in aiuto a questo scopo, nuove tecnologie come ad esempio le protesi aortiche “sutureless” (senza suture), che permettono una riduzione significativa dei tempi operatori. “In presenza di rischi operatori più elevati pratichiamo procedure alternative alla chirurgia convenzionale – aggiunge il prof. Giovanni Troise -. Per la stenosi aortica dell’anziano esiste la TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation), con cui è possibile impiantare una protesi aortica biologica accedendo da un’arteria periferica (anche a paziente sveglio) o da un piccolo taglio laterale del torace. Per l’insufficienza mitralica, abbiamo a disposizione procedure come la “Mitraclip” (correzione con approccio dalla regione inquinale) o le “Neochord” (impianto di corde artificiali di goretex dall’apice cardiaco, a cuore battente). Bisogna precisare che, quando fattibile, la chirurgia convenzionale è quella che garantisce ancora oggi i migliori risultati ma, a beneficiare di queste nuove tecniche meno mininvasive, sono proprio quei pazienti che, per età avanzata e condizioni generali molto compromesse, presentano un profilo di rischio chirurgico particolarmente elevato. Il caso più eclatante è quello di un paziente di 94 anni in buona forma psico-fisica, che era già stato operato d’urgenza al cuore nel 2011 per una grave malattia alle coronarie e che abbiamo rioperato con successo per una stenosi aortica severa”.