IL SOVRAPPESO CAUSA IL 25% DEI CASI DI TUMORE AL RENE

Arezzo al top per cura e ricerca 

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Ogni anno vengono trattati nella città toscana oltre 400 pazienti colpiti da queste neoplasie (che interessano in particolare rene, vescica, prostata e testicolo) e la metà viene da fuori Regione a testimoniare l’alto livello delle cure fornite dalla struttura. Alle nuove prospettive nel trattamento è dedicato il Convegno internazionale “The 5th World Top Communications of the Year in Genito-Urinary Oncology” che si  aperta ieri ad Arezzo con la partecipazione dei più importanti esperti. “Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione degli scenari terapeutici – spiega il dott. Sergio Bracarda, presidente del Congresso e Direttore dell’Oncologia Medica di Arezzo e del Dipartimento Oncologico dell’Azienda USL Toscana SUDEST -. Si stanno evidenziando risultati importanti nell’ambito delle neoplasie urologiche ad opera di farmaci immunoterapici anti PD-1, anti PD-L1 e inibitori di CTLA-4. In particolare nel tumore del rene l’immuno-oncologia, che potenzia il sistema immunitario per combattere con più forza la neoplasia, sta cambiando lo standard di cura: grazie a nuove molecole, come nivolumab, oggi è possibile rendere cronica la malattia”. Ogni anno nel nostro Paese si registrano 11.400 nuove diagnosi, quasi 600 in Toscana. “Sono diversi i fattori di rischio associati all’insorgenza di questa neoplasia – continua il dott. Bracarda -: il fumo, l’ipertensione arteriosa e l’esposizione occupazionale a cancerogeni chimici. Un ruolo particolare può essere attribuito al sovrappeso, a cui va ricondotto il 25% delle diagnosi. Un dato preoccupante se consideriamo che il 45% degli italiani over18 è in eccesso di peso. E’ stato stimato un incremento del rischio pari al 24% negli uomini e al 34% nelle donne per ogni aumento di 5 punti dell’indice di massa corporea. Per questo è importante promuovere campagne di sensibilizzazione per informare i cittadini”. Circa il 60% dei casi di carcinoma renale è diagnosticato casualmente attraverso un’ecografia addominale eseguita per altri motivi, senza che si abbiano sintomi specifici. “Una casualità che presenta conseguenze positive perché in questo modo la malattia è spesso individuata in fase precoce e può essere curata con successo – afferma il dott. Bracarda -. Ma circa un quarto delle diagnosi avviene ancora in stadio avanzato, con limitate possibilità di trattamento. Fino a oggi infatti il tasso di sopravvivenza a un quinquennio, nella fase metastatica, non aveva mai superato il 12%. Come evidenziato in uno studio presentato allo scorso Congresso americano di oncologia medica (ASCO) il 34% dei pazienti trattati con nivolumab è invece vivo a 5 anni. Un risultato davvero straordinario perché queste armi non solo migliorano la sopravvivenza ma anche la qualità di vita. E la combinazione di terapie immuno-oncologiche apre prospettive importanti visto che il 70% dei pazienti è vivo a due anni. L’obiettivo è arrivare in poco tempo ad una personalizzazione del trattamento che è sempre più articolato grazie alle continua innovazioni nelle conoscenze biologiche della malattia”. Il convegno di Arezzo riunisce 200 esperti da tutta Italia e dal mondo e prevede un confronto anche con altri specialisti (cardiologi, patologi, geriatri), per promuovere l’approccio multidisciplinare. “La nostra struttura ha una notevole capacità di attrarre ‘cervelli’ e numerose sono le collaborazioni a livello nazionale ed internazionale – afferma il dott. Enrico Desideri, Direttore Generale Azienda USL Toscana SUDEST -. Solo in questo momento stiamo conducendo oltre 10 studi sulle neoplasie genito-urinarie, mentre altri 7 sono in programma. Siamo impegnati anche in studi di ricerca traslazionale, in grado di produrre risultati rapidamente trasferibili al letto del paziente. La nostra struttura oncologica vanta diverse specializzazioni per differenti patologie tumorali e nel trattamento delle neoplasie genito-urinarie abbiamo una tradizione pluriennale confermata anche dalla produzione scientifica: ogni anno pubblichiamo circa 15 lavori su riviste internazionali che hanno come tema proprio il trattamento di queste forme di cancro. E l’Urologia di Arezzo, diretta dal dott. Michele de Angelis, è centro di riferimento per una moderna chirurgia urologica, prevalentemente robot-assisted, di tutte le più importanti neoplasie urologiche (prostata, rene, vescica)”.