SALUTE: EMICRANIA CON AURA COLPISCE OLTRE 1 MILIONE E 700MILA DI ITALIANI

Emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista Pain Research and Management

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Roma, 12 febbraio 2020 –Si tratta forma di mal di testa e interessa oltre 1 milione e 700 mila italiani d’ogni fascia d’età.  Si manifesta con forti attacchi preceduti da disturbi visivi, sensitivi e a volte da disturbi dell’eloquio e spesso accompagnarsi a nausea e talvolta vomito. “L’aura associata all’emicrania colpisce oltre il 25% dei pazienti che soffrono di cefalea ma finora ha ricevuto scarsa attenzione negli studi clinici – sottolinea il dott. Giorgio Dalla Volta, del Consiglio Direttivo Nazionale della Societa’ Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) e Direttore del Centro Cefalee dell’Istituto Clinico Città di Brescia (Gruppo San Donato) -. Non esistono al momento altre molecole dedicate alla possibilità di modulare e gestire questo disturbo. E’ un fenomeno elettrico che coinvolge alcune aree della corteccia cerebrale e non deve essere sottovalutato. L’emicrania con aura è estremamente invalidante perché impedisce al paziente di guidare o lavorare durante la perdita della vista e spaventa il paziente che teme ogni volta che possa essere un evento ischemico, essendo i sui sintomi sovrapponibili a quelli dell’ictus. La frequenza di solito è di poche crisi all’anno ma puo’ comparire anche piu’ volte alla settimana e recidivare per piu’ giorni consecutivi”. Uno studio italiano, recentemente pubblicato su Pain Research and Management, ha dimostrato l’efficacia di Aurastop. E’ un nutraceutico, oggetto anche di altri studi sulla prevenzione dell’emicrania, formato dagli estratti di due piante erbacee (il Partenio e la Griffonia) con l’aggiunta di magnesio, un minerale che contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso. La ricerca ha valutato gli effetti di questo prodotto naturale confrontandolo con un gruppo di pazienti trattati con solo magnesio. “Aurastop ha ridotto di oltre il 50% la durata degli episodi di attacchi di aura – prosegue Dalla Volta -. Anche la disabilità legata al disturbo è risultata dimezzata e nel 35% degli attacchi non c’è stato bisogno di assumere farmaci analgesici. Risultati ottimi e migliori rispetto a quelli ottenuti con la semplice assunzione di magnesio. Infatti nei pazienti trattati con magnesio solo il 14% ha riscontrato una diminuzione dell’aura e nella quasi totalità dei casi si è reso necessario dover prendere ulteriori medicinali antidolorifici”. Lo studio ha chiaramente evidenziato come il beneficio clinico sia attribuibile all’azione sinergica dei tre componenti rispetto alle singole molecole. “Aurastop per essere efficace deve essere assunto ai primi sintomi del disturbo visivo – aggiunge il dott. Dalla Volta -. Somministrato nella fase acuta riduce la durata e la disabilità della spiacevole esperienza dell’aura. E diminuisce anche l’evenienza dell’attacco doloroso che quasi sempre si presenta in seguito. Inoltre agisce positivamente anche sulla prevenzione dell’emicrania, sia con aura che senza aura, se viene assunto due volte al giorno per tre o più mesi. L’aura emicranica e l’emicrania sono una seria patologia che impatta fortemente sulla salute di oltre 7 milioni di cittadini solo nel nostro Paese. Si calcola che in Italia, i costi diretti e indiretti generati dal disturbo neurologico siano più di 6 miliardi di euro ogni anno. Ciò è dovuto al fatto che si manifesta soprattutto tra i 25 e i 55 anni e quindi nel periodo della vita di maggiore produttività”. “La nutraceutica rappresenta una preziosa risorsa e merita di essere maggiormente studiata e presa in considerazione per il trattamento di malattie a grande diffusione – aggiunge la dott.ssa Lidia Savi, già Direttrice del Centro Cefalee della AOU Città della Salute e della Scienza di Torino -.

Prostata: 6 milioni di italiani colpiti, ma troppi ricorrono ai rimedi ‘fai da te’

L’allarme è lanciato oggi dagli specialisti in una conferenza stampa al Senato, organizzata da Fondazione PROin collaborazione con Senior Italia FederAnziani

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Roma, 1 agosto 2019 – Più di 6 milioni di italiani over 50 sono colpiti da ipertrofia prostatica benigna: il 50% degli uomini di età compresa fra 51 e 60 anni, il 70% dei 61-70enni. I sintomi più frequenti sono:  alzarsi più volte durante la notte per urinare, urgenza di vuotare la vescica in modo frequente anche durante il giorno e getto di urina che diventa sempre più debole con una sensazione di mancato svuotamento . Segni che, però, più del 50% degli uomini ignora, declassandoli a semplici fastidi legati all’età, evitando di andare dal medico per curarsi e, spesso, ricorrendo al “fai da te”. Rimedi che possono determinare diagnosi tardive. La malattia non deve essere banalizzata e va trattata sotto il controllo del medico, che dispone di terapie efficaci come l’estratto esanico di Serenoa repens, farmaco che agisce come potente anti infiammatorio e che può migliorare la qualità di vita dei pazienti. L’allarme è emerso ieri dagli specialisti in una conferenza stampa al Senato, organizzata da Fondazione PRO (Prevenzione e Ricerca in Oncologia) in collaborazione con Senior Italia FederAnziani, con l’intervento di Pierpaolo Sileri, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato.
“L’ipertrofia prostatica benigna è una malattia caratterizzata dall’ingrossamento della ghiandola prostatica che comprime il canale uretrale, causandone una parziale ostruzione e interferendo con la capacità di urinare – afferma il prof. Vincenzo Mirone, Presidente di Fondazione PRO e Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ -. I sintomi determinano un forte impatto sulla qualità di vita delle persone, fino a costringerle a scegliere solo luoghi che abbiano la disponibilità di un bagno nelle vicinanze. Anche la vita familiare ne risente, i continui risvegli notturni influiscono sull’equilibrio della coppia e, nella maggior parte dei casi, sono proprio le compagne o mogli a ‘spronare’ gli uomini a recarsi dal medico per affrontare i sintomi con cure adeguate, che devono essere prescritte dal clinico”. “Nella prima fase della malattia, più del 75% degli uomini non si cura o ricorre al ‘fai da te’, soprattutto a integratori – spiega il prof. Mirone -. Un errore grave. Solo il medico è in grado di trattare l’ipertrofia prostatica benigna che, se trascurata, può progredire fino a causare ritenzione urinaria con l’impossibilità di vuotare la vescica. La vittima di una prostata che cresce è proprio la vescica. Quest’organo è costituito da tessuto muscolare, che può aumentare il proprio volume per vincere la resistenza che la prostata oppone allo svuotamento. Il rischio è di ‘sfiancare’ completamente la vescica e di far soffrire i reni”.
“L’ipertrofia prostatica benigna è la patologia cronica più frequente negli over 50 dopo l’ipertensione arteriosa – sottolinea il dott. Antonio Magi, Segretario Generale SUMAI Assoprof (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria) -. La visita urologica, seguita da una ecografia endocavitaria, rappresenta ancora un tabù a cui gli uomini italiani preferiscono non sottoporsi se non necessaria. Va recuperato il rapporto con il clinico, con lo specialista, facendo capire ai cittadini che la malattia può essere affrontata con successo, se individuata in tempo. Per questo, è importante che tutti gli uomini over 50 si sottopongano a una visita specialistica una volta all’anno. I sintomi sono spesso comuni a quelli causati dal tumore della prostata: soltanto il medico può provvedere ai necessari approfondimenti per arrivare a una diagnosi certa. Preoccupa anche la scarsa aderenza alle terapie. Solo il 22,4% dei pazienti segue le cure in modo corretto. L’adesione più elevata è stata osservata negli uomini tra i 55 e i 64 anni (23,2%), mentre diminuisce fino al 21,9% fra i 45-54enni”.
Le cause principali della malattia sono l’invecchiamento e i cambiamenti ormonali che si verificano nell’età adulta. “I sintomi sono provocati in 3 casi su 4 dalla presenza di un’infiammazione cronica della prostata, che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella progressione della patologia – continua il prof. Mirone -. Diverse ricerche scientifiche, condotte sia in vitro che in vivo, hanno dimostrato che un farmaco, l’estratto esanico di Serenoa repens, agisce con un effetto anti infiammatorio. Proprio basandosi sui dati di efficacia, l’ente regolatorio europeo (European Medicines Agency, EMA) ha redatto nel 2015 un report indicando l’estratto esanico come l’unico estratto di Serenoa repens supportato da sufficienti evidenze in grado di sostenerne un ampio utilizzo nell’ipertrofia prostatica benigna come farmaco di riconosciuta efficacia e sicurezza”.
Uno studio, condotto nel 2018 su circa 100 pazienti, ha evidenziato, attraverso biopsie eseguite prima e al termine di 6 mesi di terapia, una netta diminuzione dello stato infiammatorio. “Il farmaco è ben tollerato – sottolinea il prof. Mirone – e può essere utilizzato in associazione alle altre terapie disponibili come gli alfa litici e gli inibitori della 5-alfareduttasi che, però, non sono in grado di esercitare alcuna azione anti infiammatoria. Inoltre, recenti acquisizioni hanno evidenziato che l’estratto esanico di Serenoa repens è utile anche nel favorire l’efficacia degli altri trattamenti. Infatti la presenza di uno stato infiammatorio cronico di alto grado limita la risposta terapeutica degli alfa litici e degli inibitori della 5-alfareduttasi”.
L’estratto esanico di Serenoa repens è un farmaco che deve essere prescritto dal medico. Va distinto dagli integratori (ve ne sono più di 200 in commercio) che contengono lo stesso principio attivo, ricavato da una pianta dell’America Sud orientale (Serenoa repens). Nonostante i dosaggi appaiano uguali o sovrapponibili, per ottenere la stessa azione di una capsula del farmaco, possono servire fino a 200 compresse di un integratore. Inoltre, per lo stesso integratore la composizione del principio attivo varia in modo considerevole a seconda del lotto di produzione. Questa disuguaglianza genera una diversità di azione fra due capsule dello stesso integratore fino a 10 volte.
“L’ipertrofia prostatica benigna colpisce una percentuale significativa di over 65, ma troppi ricorrono al ‘fai da te’ – conclude Roberto Messina, Presidente Senior Italia FederAnziani -. È importante sensibilizzare tutti i cittadini, in particolare gli anziani, sulle terapie efficaci a disposizione, invitandoli a rivolgersi subito al medico di fronte ai primi sintomi. La continuità e la fiducia nel rapporto medico-paziente sono essenziali per affrontare una malattia cronica come l’ipertrofia prostatica benigna”.

Aura emicranica, un prodotto nutraceutico dimezza le crisi

In Italia la malattia colpisce oltre 2 milioni e mezzo di persone

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Bologna, 31 maggio 2019 -I nutraceutici, sono sempre più utilizzati per la prevenzione e il trattamento di molte condizioni e patologie. Un prodotto a base di Partenio, 5idrossi-triptofano derivato dalla Griffonia e Magnesio, si è rivelato efficace per prevenire le crisi di aura emicranica e contrastare la cefalea che quasi sempre la segue. L’aura emicranica si manifesta con fenomeni visivi (flash, scotomi, offuscamento della vista), formicolii, e a volte difficoltà nel trovare le parole (afasia). Questi sintomi possono durare da pochi minuti fino a un’ora o più e lasciare una forte sensazione di disagio e spossatezza anche nelle 24 ore successive. Gli specialisti e i pazienti hanno oggi a disposizione un nutraceutico che si è dimostrato estremamente efficace nel ridurre la frequenza, l’intensità e la durata degli episodi non solo dell’aura ma anche dell’emicrania che ne segue. All’utilizzo dei nuovi nutraceutici nella cura di questi disturbi neurologici è dedicata una speciale sessione del IX Congresso Nazione della SINuT (Società Italiana di Nutraceutica) che si è aperto ieri a Bologna. Sono presentati, tra gli altri, anche i dati emersi da uno studio condotto in Lombardia da 9 Centri Cefalea delle principali città Lombarde appartenenti alla Società Italiana Studio delle Cefalee (SISC) su oltre 200 pazienti e pubblicato sull’International Journal of Neurology and Brain Disorders.  “L’utilizzo del prodotto (Aurastop) determina una drastica riduzione degli episodi di aura nella quasi totalità dei casi – afferma il dott. Giorgio Dalla Volta, del Comitato Direttivo della Societa’ Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC), Direttore del Centro Cefalee della Clinica Città di Brescia e relatore della sessione dell’evento bolognese -. La durata dell’aura è ridotta di più del 50% mentre il grado di disabilità è stato ridotto addirittura a un terzo. Quando si manifesta, l’aura è davvero un evento traumatico e scioccante. I pazienti, nei casi più eclatanti, sono convinti di essere colpiti da un ictus o da una altra grave malattia cerebro-vascolare. E questa percezione errata avviene nonostante il disturbo si ripresenti più volte nel corso dell’anno, a volte anche solo a distanza di pochi giorni. Il trattamento con il nutraceutico è privo di controindicazioni ed effetti collaterali e può così ridare una buona qualità di vita a chi lo assume”. “Dobbiamo ricordare che ad oggi non esiste nessuna molecola in commercio che sia stata progettata per bloccare l’aura. Fino ad ora noi clinici non avevamo presidi specifici per trattarla e potevamo solo contrastare la crisi alla comparsa dell’eventuale dolore emicranico con la somministrazione di farmaci analgesici o triptani. Adesso grazie a questo nutraceutico possiamo bloccare all’inizio l’insorgenza dell’aura e la conseguente crisi elettrica che avviene a livello celebrale. Possiamo inoltre evitare, ad un paziente su tre, la comparsa del dolore successivo e a chi compare ridurne l’intensità e rendere più efficace l’eventuale ricorso all’analgesico abituale, come evidenziano i risultati dello studio”. “Al Partenio, 5-HTP da Griffonia e Magnesio, è stata riconosciuta dalle Società Scientifiche italiane ed internazionali un’efficacia clinica nella prevenzione dell’emicrania” aggiunge Dalla Volta.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito l’emicrania fra le dieci malattie più disabilitanti. “E’ una patologia sociale che non può essere sottovaluta – conclude Dalla Volta -. In Italia circa 7 milioni di persone soffrono di emicrania e circa un paziente su quattro di questi sviluppa un’emicrania con aura e questo disturbo può diventare molto frequente e comparire anche più volte alla settimana. Occorre che la ricerca prosegua nella messa a punto di nuove soluzioni terapeutiche che rispondano in primis alla richiesta dei pazienti e cioè che siano molecole efficaci ma ben tollerate e i nutraceutici rispondono perfettamente a questo bisogno. Bambini o pazienti anziani, che assumono già tante altre medicine, possono utilizzare con tranquillità queste molecole naturali con beneficio evitando di ricorrere ad altri farmaci. Serve però fare chiarezza in questo variegato mondo dei nutraceutici e questo compito deve essere affidato alle Società Scientifiche che devono, attraverso le linee guida, indicare quali prodotti sono affidabili e quali no per il bene dei pazienti.”