Tumore al polmone: immunoterapia aumenta la sopravvivenza globale a 5 anni

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13 Settembre 2019 – Dopo cinque anni, i pazienti trattati con nivolumab continuavano ad avere un beneficio di sopravvivenza globale (OS) a lungo termine rispetto a docetaxel. I tassi di OS a 5 anni sono stati del 13,4% per nivolumab e 2,6% per docetaxel. Il beneficio di sopravvivenza globale del trattamento con nivolumab è stato osservato in tutti i sottogruppi di pazienti. Il profilo di sicurezza per i pazienti trattati con nivoumab è stato in linea con i precedenti dati riportati per NSCLC in seconda linea. Non è stato osservato nessun nuovo segnale di sicurezza con il follow-up esteso. Dei pazienti ancora in studio, solo 2 su 70 hanno manifestato un nuovo evento avverso legato al trattamento tra il terzo e il quarto anno, nessuno tra il quarto e il quinto anno nei 55 pazienti rimasti nello studio. Nei pazienti con una risposta obiettiva a nivolumab, il 32,2% ha continuato a osservare risposta a 5 anni, rispetto allo 0% con docetaxel. La durata mediana della risposta è stata di 19,9 mesi nei pazienti trattati con nivolumab rispetto a 5,6 mesi con docetaxel. Scott Gettinger, M.D., professore di Oncologia Medica al Yale Cancer Center, ha commentato: “I dati degli studi CheckMate -017 e -057 a cinque anni evidenziano la durata dell’efficacia di nivolumab in questa popolazione di pazienti rispetto alla chemioterapia tradizionale”. “Fin dall’approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense nel 2015 nel tumore del polmone non a piccole cellule in seconda linea, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per questa popolazione di pazienti, che storicamente si confrontano con tassi di sopravvivenza a cinque anni inferiori al 5% quando trattati con la chemioterapia standard” ha aggiunto Sabine Maier, M.D., development lead, Thoracic Cancers, Bristol-Myers Squibb. “Gli esiti di sopravvivenza a lungo termine di questi due studi in un’ampia popolazione di pazienti si aggiungono alle evidenze che supportano la durata dei regimi contenenti nivolumab, che sono state ora dimostrate in molteplici tipi di tumori e linee di terapia”. Questa analisi cumulativa, che rappresenta il più lungo follow-up di pazienti precedentemente trattati con tumore del polmone trattati con terapia immuno-oncologica in studi randomizzati di fase 3, è stata resa pubblica in una presentazione orale (OA14.04) alla 20a Conferenza mondiale sul tumore del polmone (WCLC – World Conference on Lung Cancer) dell’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC, Associazione internazionale per lo studio del tumore del polmone) a Barcellona.

TUMORE DEL POLMONE: OGNI GIORNO IN ITALIA 110 NUOVE DIAGNOSI

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Vienna, 6 dicembre 2016 – Oggi per i pazienti in fase avanzata del tumore del polmone si sta aprendo importanti prospettive nel trattamento in prima linea grazie alla combinazione delle molecole immuno-oncologiche innovative. Lo dimostrano i risultati presentati alla 17° Conferenza mondiale sul tumore del polmone dell’International Association for the Study of Lung Cancer in corso a Vienna. “L’immuno-oncologia – sottolinea il prof. Federico Cappuzzo, direttore Oncologia all’Ospedale di Ravenna – ha già evidenziato risultati decisivi in seconda linea nella fase avanzata della malattia. La sfida ora è individuare i pazienti che possono maggiormente beneficiare di questa nuova arma in prima linea, cioè al momento della diagnosi. Sono incoraggianti i risultati aggiornati dello studio CheckMate -012, dopo un follow-up di circa 16 mesi, sulla combinazione di nivolumab e ipilimumab nella forma non a piccole cellule, la più frequente. I tassi di risposta obiettiva confermata in tutti i pazienti trattati sono pari al 43%, quasi il doppio rispetto alla percentuale registrata con nivolumab in monoterapia (23%). Inoltre, la sopravvivenza a un anno copre il 100% dei pazienti quando l’espressione tumorale di PD-L1 è superiore al 50%. Positivi anche i dati sulla sopravvivenza libera da progressione. Per questi pazienti si sta sempre più concretizzando la possibilità di evitare la chemioterapia e aver accesso a farmaci innovativi caratterizzati da una tollerabilità migliore. Nel frattempo aspettiamo i risultati di CheckMate -227, questo studio di fase III in cui l’Italia ha svolto un ruolo determinante sta valutando le combinazioni con nivolumab in prima linea: riteniamo che il futuro sia rappresentato dall’associazione delle molecole immuno-oncologiche”. Il principale fattore di rischio di questa neoplasia è rappresentato dal fumo, un vizio sempre più diffuso fra le donne: infatti il 23% delle italiane è tabagista. Con gravi conseguenze: tra il 1999 e il 2011 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni delle persone colpite da carcinoma del polmone in Italia è pari al 14,3%, più elevata rispetto alla media europea (13%). Le possibilità di guarigione cambiano drasticamente in relazione allo stadio in cui avviene la diagnosi. Complessivamente, la sopravvivenza a 5 anni nella forma non a piccole cellule in stadio I è compresa tra il 47% e il 50%, mentre per lo stadio IV scende al 2%. I tassi tendono a essere più bassi nel tumore del polmone a piccole cellule perché questa forma cresce più rapidamente (in stadio I sono compresi tra il 20 e il 40%, in stadio IV scendono all’1%). “Lo studio CheckMate -032 presentato a Vienna – spiega il prof. Francesco Grossi, Responsabile UOS Tumori Polmonari all’IRCCS AOU San Martino IST, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova – ha valutato nivolumab in monoterapia e in combinazione con ipilimumab in pazienti precedentemente trattati, quindi in seconda linea, colpiti proprio da tumore del polmone a piccole cellule. Il tasso stimato di sopravvivenza a due anni è stato del 30% con nivolumab più ipilimumab e del 17% con nivolumab in monoterapia. Non solo. Il tasso di risposta obiettiva con la combinazione era pari al 25%, il doppio di quello riportato con la monoterapia (11%). È la conferma che la combinazione rappresenta la strada da seguire”.