Fondazione Poliambulanza: POLIS, un centro per la ricerca, la formazione e la cura del cancro

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Brescia, 21 febbraio 2020 – Un Clinical Cancer Center riconosciuto a livello europeo per una cura personalizzata e multidisciplinare è questo l’ambizioso progetto di Poliambulanza che si svilupperà all’interno di Poliambulanza Innovation Space, POLIS. Una struttura su 5 piani per 15.000 mq complessivi, sarà realizzata in tre anni e sorgerà nell’area antistante l’ospedale. Non un semplice edificio, ma un polo di innovazione. La massima qualità della cura sarà assicurata oltre che dall’utilizzo di robot e strumentazioni iper-sofisticate, da una grande expertise multidisciplinare e internazionale che svolgerà anche attività di ricerca e didattica.  “Si configura una struttura che ruota intorno al paziente per la massima personalizzazione del trattamento diagnostico-terapeutico.Un centro in cui convergeranno tre elementi fondamentali: la cura, la ricerca e la didattica, funzionali non solo a individuare il miglior iter terapeutico per il paziente di oggi, ma anche a fare di Poliambulanza un importante centro di riferimento, dove potranno essere stilati i protocolli personalizzati per il paziente di domani” commenta Paolo Magistrelli, Direttore Scientifico di Fondazione Poliambulanza. Ampio spazio nel progetto è riservato alla didattica. L’istituto bresciano punta a diventare Training Center per l’Europa e a trasmettere, anche all’esterno, le metodiche più innovative. In particolare l’acquisizione di un centro di simulazione robotica permetterà al personale sanitario di affinare il processo di apprendimento delle tecniche di ecografia cardiaca, polmonare, addominale e ginecologica. In grande espansione anche la chirurgia robotica, con l’ingresso della piattaforma più evoluta per gli interventi di chirurgia complessa e del Robot Rosa Knee System, che affiancherà Navio per la protesica del ginocchio. “Si tratta di un progetto in cui è l’intera struttura ospedaliera ad essere coinvolta e a partecipare attivamente ed è per questo che richiede un adeguato lavoro di pianificazione” – chiarisce Paolo Magistrelli. Per ricevere la certificazione di “Clinical Cancer Center” dall’Organisation European Cancer Institute (OECI) è necessario, infatti, possedere specifici requisiti tra cui: una struttura idonea, personale dedicato, un programma di ricerca oncologico strutturato, un approccio multidisciplinare, la garanzia della presa in carico integrale del paziente, dallo screening al follow up, fino alle cure palliative. A tal fine Poliambulanza ha intrapreso un accurato lavoro di auto-valutazione per verificare l’aderenza ai requisiti internazionali richiesti. “L’alto livello di ricerca e cura raggiunto nel trattamento delle neoplasie al pancreas, fegato, vie biliari, stomaco e colon retto – conclude Magistrelli – legittimano il nostro istituto a chiedere la certificazione, in linea anche con i parametri numerici indispensabili: oltre 1.500 pazienti oncologici trattati annualmente, un team multidisciplinare con decine di superspecialisti e vari reparti dedicati e ben attrezzati per la cura del paziente oncologico”.
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GLI ONCOLOGI: SERVE UN PROGETTO NAZIONALE PER SOSTENERE LA RICERCA

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Milano, 11 settembre 2019 – “Chiediamo di condividere idee e programmi per la ricerca oncologica italiana e che vengano definite linee di indirizzo e realizzate le infrastrutture necessarie. La ricerca dovrebbe essere sempre più rappresentata e considerata nelle strategie di sviluppo del nostro Paese, di cui costituisce un’importante risorsa. Chiediamo alle Istituzioni attenzione e sostegno”. È l’appello contenuto nella lettera firmata dal prof. Carmine Pinto, presidente della Federation of Italian Cooperative Oncology Group (FICOG), e inviata oggi all’onorevole Roberto Speranza (Ministro della Salute), all’onorevole Lorenzo Fioramonti (Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), al prof. Luca Li Bassi (Direttore Generale Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA), al prof. Silvio Brusaferro (Commissario Straordinario Istituto Superiore di Sanità, ISS), e al prof. Francesco Bevere (Direttore Generale AGENAS). “Dei 564 studi clinici autorizzati da AIFA nel 2017, ben 238 (42,2%) hanno riguardato l’Oncologia – afferma il prof. Pinto nella lettera -. La ricerca oncologica italiana ha presentato costantemente negli anni elevati e qualificati livelli di produzione e di pubblicazioni scientifiche, nonostante la frammentarietà, le scarse risorse disponibili (tra le più basse del mondo occidentale), i limiti infrastrutturali e la precarietà del personale coinvolto”. FICOG offre piena disponibilità alle Istituzioni a collaborare per definire le norme attuative del Decreto Legge relativo al riassetto e alla riforma della sperimentazione clinica dei medicinali ad uso umano (Decreto Legge n. 52 del 14 maggio 2019). “Questo provvedimento – sottolinea il prof. Pinto nella lettera – può rappresentare un importante punto di partenza di un progetto strutturale e condiviso per la ricerca italiana. Il Decreto affronta punti rilevanti per lo sviluppo della ricerca, che i gruppi cooperativi si trovano a gestire quotidianamente, quali l’utilizzo a scopo di ricerca di materiale biologico o clinico residuo da precedenti sperimentazioni, la formazione del personale coinvolto nella ricerca, i requisiti per l’autorizzazione dei centri per la conduzione di sperimentazioni cliniche dalle fasi I alle fasi IV, l’indipendenza della sperimentazione ed i conflitti di interesse, l’identificazione degli studi no-profit e le relative facilitazioni, gli studi osservazionali, fino alla cessione dei dati dei risultati della sperimentazione no profit ai fini registrativi. Abbiamo, quindi, una grande occasione perché il nostro Paese possa realizzare e strutturare la rete per la ricerca oncologica e rispondere con un balzo in avanti alle richieste dei nostri pazienti, in una grande e reale sfida per l’innovazione. La ricerca è possibilità di ‘vita’ per i malati di cancro ed è un dovere istituzionale”.

FICOG è stata costituita nell’aprile 2015, sotto l’egida dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dai 15 gruppi cooperativi oncologici italiani che hanno negli anni sviluppato la ricerca oncologica nel nostro Paese.

Studi clinici: è on line il portale “STUDY CONNECT”, un portale per pazienti e medici

Una piattaforma per trovare informazioni sulle sperimentazioni

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Roma, 27 marzo 2019  – Un portale che aiuta i pazienti e medici di accedere a informazioni su tutti gli studi clinici in corso, in Italia e nel mondo, condotti da Bristol-Myers Squibb in ambito oncologico, cardiovascolare e autoimmune, aree terapeutiche in cui è attiva la ricerca dell’azienda. Inoltre, il sito permette di accedere, per queste stesse aree terapeutiche, alle informazioni sulle sperimentazioni in corso di altre aziende, tramite un link diretto a clinicaltrials.gov, fonte disponibile pubblicamente. Si chiama Study Connect ed è ora disponibile anche nella versione italiana (www.bmsstudyconnect.com/it).  “Oltre 150 studi clinici in 50 Paesi, con la partecipazione di più di 50mila pazienti – afferma Emma Charles, General Manager Bristol-Myers Squibb Italia -. Sono i numeri delle sperimentazioni in corso sulle molecole sviluppate da Bristol-Myers Squibb, che testimoniano l’impegno dell’azienda verso le persone colpite da patologie gravi. I pazienti chiedono sempre più fonti certificate e questo progetto è totalmente centrato sulle loro esigenze. Oggi, con Study Connect, è disponibile on line una ‘bussola’ per orientarsi, un portale in cui i pazienti, i loro familiari e i medici possono ottenere informazioni sullo svolgimento e partecipazione agli studi clinici. Study Connect è un progetto mondiale di Bristol-Myers Squibb e vuole aiutare i pazienti ed i medici a trovare la sperimentazione più adatta alla specifica situazione clinica. Il nostro obiettivo è offrire informazioni trasparenti e pertinenti, che indirizzino i malati ad assumere decisioni consapevoli, grazie anche alla condivisione delle esperienze. Study Connect permette infatti di sostenerli prima e durante uno studio clinico”. Le sperimentazioni (di fase I, II e III) contenute in Study Connect vanno dai tumori del sangue alle neoplasie solide (ad esempio del polmone, pancreas, testa-collo, urogenitali e gastrointestinali, melanoma), alle malattie cardiovascolari (insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e trombosi) e autoimmuni (artrite reumatoide e lupus). Come funziona Study Connect? “La principale caratteristica della piattaforma, che la differenzia da altre già esistenti, è innanzitutto la possibilità per il paziente di compilare un questionario rispondendo a domande sulla sua patologia – spiega Cristina Lupini, RCO S.E. Europe Unit Director, Bristol-Myers Squibb Italia -. Il sistema mostra quindi all’utente una lista di sperimentazioni cliniche, sia di BMS che di altre aziende – per queste ultime tramite un link diretto a clinicaltrials.gov – che potrebbero essere idonee alla sua condizione clinica, con i relativi centri partecipanti. Il paziente può selezionare una determinata sperimentazione, un centro in una specifica località e, qualora il centro clinico prescelto partecipi ad uno studio BMS e abbia aderito al servizio ‘Patient Referral’ della piattaforma, potrà compilare il modulo di registrazione. Dopo aver sottomesso il modulo di registrazione, le sue informazioni, incluso il questionario, sono inviate al referente del centro clinico, che può contattare il paziente per iniziare il processo di screening dello specifico studio attraverso la visita in ospedale”.  “La pipeline di Bristol-Myers Squibb – spiega Cosimo Paga, Executive Country Medical Director, Bristol-Myers Squibb Italy – comprende molecole in tutte le fasi di sviluppo, dagli studi preclinici in modelli animali fino ad ampi studi clinici randomizzati di fase III. Il nostro impegno nella ricerca è quindi migliorare i positivi risultati già ottenuti con i farmaci che abbiamo reso disponibili, come ad esempio nell’immuno-oncologia, con un focus specifico riguardo i meccanismi di resistenza per superarli. Bristol-Myers Squibb è inoltre impegnata ad investire nella medicina di precisione, con l’obiettivo di fornire il farmaco ‘giusto’ al paziente ‘giusto’ nel tempo ‘giusto’. Un ulteriore aspetto riguarda l’importante impatto derivante dall’introduzione dell’immunoterapia, settore in cui la nostra azienda è leader, che ha determinato uno straordinario beneficio in termini di sopravvivenza, con una quota sempre maggiore di ‘lungosopravviventi’ a cui la nostra azienda sta lavorando per migliorarne la qualità di vita. In quest’ottica la nostra attenzione si traduce, ad esempio, in schedule che consentano una somministrazione ad intervalli più lunghi e in nuove formulazioni sottocute. Inoltre, stiamo sviluppando la possibilità di nuove formulazioni che consentano la somministrazione simultanea di terapie combinate e, infine, servizi per la cura al domicilio. Infine l’impegno dell’azienda a favore dei pazienti è inoltre testimoniato dagli ampi programmi di accesso allargato (Expanded Access Program, EAP) realizzati nel nostro Paese negli ultimi 3 anni. In Italia abbiamo fornito farmaci per circa 3.000 pazienti con diverse forme di tumore, in particolare carcinoma del polmone, del rene, melanoma e linfoma di Hodgkin. In questo modo, si è fornita la possibilità di accesso in tempi rapidi a terapie efficaci e già approvate negli Stati Uniti e in Europa, prima della conclusione dell’iter di rimborsabilità in Italia”.

IL PREMIO “PERSONAGGIO DELL’ANNO”CONFERITO A PAOLO ASCIERTO

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Napoli, 4 ottobre 2018 – Riconoscimento assegnato al Prof. Paolo Ascierto, Presidente della Fondazione Melanoma e Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto “Pascale” di Napoli. Il ricercatore napoletano ha vinto il “Premio Speciale Personaggio dell’anno 2018”, nell’ambito del “Premio letterario Leggi in salute Angelo Zanibelli”, giunto alla sesta edizione e consegnato recentemente a Roma presso la sede dell’Ambasciata di Francia in Italia (Palazzo Farnese). “Il prof. Ascierto – come evidenziano le motivazioni – si è distinto per il continuo impegno a favore del miglioramento dell’erogazione delle prestazioni sanitarie assistenziali di cura dei pazienti oncologici e per la sua continua dedizione al campo della ricerca nell’ambito delle neoplasie. Con questo riconoscimento tutti i membri della Giuria vorrebbero testimoniare e far conoscere a tutti il suo impegno e la sua tenacia, il suo esempio di voler continuare a credere nella ricerca e, soprattutto, nella ricerca italiana”. “Sono molto onorato di questo Premio che testimonia l’impegno del nostro team di ricerca al ‘Pascale’ – spiega il prof. Ascierto -. Il nostro Istituto rappresenta un punto di riferimento al livello mondiale. Guido una squadra molto valida, di cui sono orgoglioso, formata da cinque oncologi medici, quattro dermatologi, cinque biologi, cinque study coordinator, due data management che aiutano nella conduzione delle sperimentazioni cliniche e controllano che siano rispettati gli standard richiesti, e tre infermieri di ricerca. In 10 anni abbiamo condotto 104 sperimentazioni sul melanoma ed arruolati oltre 3000 pazienti. Questo riconoscimento ci spinge a impegnarci con ancora più forza e determinazione, i pazienti restano sempre al centro del nostro lavoro”.

Il Premio Zanibelli è un premio letterario dedicato alla salute, unico nel suo genere perché dedicato a chi affronta malattie, a chi le ha superate e a chi con le cure quotidiane aiuta un familiare o un amico a lottare giorno dopo giorno.

Malattia di Fabry: Italia in prima linea nella ricerca

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Napoli, 12 giugno 2018 – Una patologia genetica rara, caratterizzata da un accumulo di particolari grassi in varie cellule dell’organismo. La malattia di Fabry colpisce soprattutto i reni, il sistema nervoso e l’apparato cardio-circolatorio e un paziente ha un’aspettativa di vita fino a 30 anni in meno rispetto al resto della popolazione. Si calcola che colpisca 700 italiani ma si tratta di un numero ancora  sottostimato. In totale i casi potrebbero ammontare a più del doppio. Alle nuove prospettive su una malattia, sotto diagnosticata e di cui si parla ancora troppo poco, è dedicato il convegno nazionale Fabry Excellence Meeting che si tiene oggi e domani a Napoli. In questi due giorni oltre 250 specialisti nefrologi, cardiologi, neurologi, genetisti, dermatologi e oculisti, provenienti da tutta la Penisola, si ritrovano nella città campana per fare il punto sullo stato dell’arte della lotta alla patologia. “La diagnosi può diventare un’“odissea” durante la quale il paziente può passare sotto la lente di osservazione anche di una decina di diversi specialisti – afferma il prof. Antonio Pisani, ricercatore dell’Università Federico II di Napoli -. Dall’insorgenza della malattia alla sua corretta individuazione passano fino a 18 anni per gli uomini e addirittura 25 anni per le donne. La Malattia di Fabry non presenta sintomi specifici ed è ancora poco conosciuta dalla maggioranza del personale medico-sanitario. Si caratterizza dall’insufficienza di un enzima, chiamato alfa-galattosidasi A, e viene determinata da un piccolo gene che può presentare fino ad oltre 800 diverse mutazioni. Quindi la patologia si presenta e manifesta in modo estremamente vario. Tutti questi motivi spiegano le grandi difficoltà che si riscontrano nell’individuarla tempestivamente. E’ quindi fondamentale riuscire ad aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza tra tutti gli specialisti che possono essere coinvolti. L’approccio multidisciplinare risulta, infatti, l’unico possibile per affrontare un così grave e complesso problema di salute”. Tra i vari clinici che si occupano della Malattia di Fabry particolare importanza deve essere attribuita al pediatra. “Nelle prime fasi della vita la patologia si manifesta attraverso precisi segni premonitori – sostiene il prof. Marco Spada, Direttore della Pediatria dell’Ospedale Regina Margherita di Torino -. I bambini colpiti lamentano soprattutto dolori brucianti ai palmi delle mani e dei piedi e la scarsa, o totale, assenza di sudorazione che rende impossibile ad un bimbo giocare con i coetanei. Infine si riscontrano di solito anche forti dolori addominali ricorrenti. Sono dunque dei disturbi abbastanza comuni tra i giovanissimi e il pediatra deve imparare a non sottovalutare questi campanelli d’allarme. Se riusciamo a intervenire già durante l’età pediatrica possiamo evitare danni irreversibili ad organi importantissimi”. Al congresso di Napoli, reso possibile grazie al contributo non condizionante di Sanofi Genzyme, ampio spazio è dedicato al tema dei trattamenti. “Oggi abbiamo a disposizione due tipologie di cure – sottolinea il prof. Federico Pieruzzi, Dirigente Medico della Clinica Nefrologica ASST-Monza Ospedale S Gerardo -. La prima è la terapia enzimatica sostitutiva che viene somministrata per via endovenosa ogni 14 giorni. Permette di rallentare la progressione della malattia e addirittura di prevenirla in caso di diagnosi precoce. Da un paio di anni anche in Italia è possibile prescrivere una terapia orale detta “chaperonica”. E’ una molecola in grado di modificare, in quei malati che presentano mutazione specifica, l’accumulo dei grassi. Grazie a questi farmaci possiamo proteggere gli organi colpiti e garantire così una buona qualità di vita ai pazienti”.

Dermatologia: ricerca di un nuovo standard per la raccolta cutanei

ScreenHunter_907 Jun. 08 12.11Barcellona, 8 giugno 2017 – Almirall S.A. e LEO Pharma A/S hanno annunciato oggi una collaborazione che ha lo scopo di migliorare la conoscenza delle malattie dermatologiche sviluppando una nuova metodica di campionamento della pelle. Le aziende intendono sviluppare e validare dal punto di vista clinico un metodo di raccolta di campioni cutanei che sia indolore e il meno possibile invasivo. Tale metodo potrà consentire un’analisi più accurata e completa dei biomarcatori nell’ambito di ricerche esplorative e di studi clinici. L’accordo è unico perché è la prima volta che due aziende leader in dermatologia uniscono i propri sforzi per migliorare la ricerca di base e il trattamento delle malattie dermatologiche. “Siamo molto soddisfatti di questa collaborazione con LEO Pharma, che fornirà alla comunità scientifica nuovi mezzi per la comprensione e lo studio delle malattie dermatologiche – ha dichiarato Eduardo Sanchiz, CEO di Almirall -. Questo progetto costituisce un altro passo avanti per una più profonda conoscenza di queste patologie in modo che in futuro sia possibile offrire soluzioni che rispondano alle necessità insoddisfatte degli operatori sanitari e dei pazienti”. “Siamo orgogliosi di collaborare con Almirall per rispondere alla urgente necessità di un metodo di campionamento cutaneo indolore e minimamente invasivo che sia clinicamente approvato – ha affermato Gitte Aabo, CEO e Presidente di LEO Pharma-. La nostra particolare collaborazione offre la possibilità di aiutare i pazienti e di fatto l’intera comunità scientifica nel settore dermatologico poiché lavoriamo per raggiungere un risultato comune, la migliore comprensione delle malattie della pelle”. La ricerca verrà condotta presso l’Hospital Clinic di Barcellona (Spagna), la Technical University of Denmark e la University of Bath (UK). La metodologia sarà validata in una popolazione di pazienti selezionati e i risultati finali della ricerca verranno pubblicati in riviste peer-reviewed.

 

Oncologi: “Solo il 4,2% della spesa è destinato alla prevenzione”

CARMINE PINTO

 

 

 

 

 

Roma, 27 aprile 2017 – In Italia per la prevenzione si spendono 5 miliardi di euro (2014), pari al 4,22% della spesa sanitaria totale: il tetto programmato stabilito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) invece è del 5%. Il 40% dei casi di tumore (146mila diagnosi ogni anno in Italia) potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita sani, all’applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali, all’implementazione degli screening Gli oncologi chiedono alle Istituzioni un programma ed una regia unica nazionale contro il cancro, che garantiscano una strategia unitaria per combattere la malattia dalla prevenzione, alle terapie, alla riabilitazione, all’accompagnamento di fine vita, all’umanizzazione dell’assistenza,alla ricerca, in grado così di incidere a 360 gradi sull’impatto di questa patologia nel nostro Paese. L’appello è lanciato oggi dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) al Senato nel Rapporto sullo “Stato dell’oncologia in Italia 2017”. “Nel nostro Paese sono stati registrati 365.800 nuovi casi di tumore, circa 1.000 ogni giorno – afferma il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. I nostri obiettivi vanno in quattro direzioni: diminuzione dell’incidenza e della mortalità per cancro, miglioramento della qualità di vita dei pazienti e istituzione delle reti oncologiche regionali che oggi sono completamente attive solo in Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Le reti rappresentano il modello per garantire in tutto il nostro Paese l’accesso a diagnosi e cure appropriate e di qualità, per razionalizzare risorse, professionalità e tecnologie, e per arginare il fenomeno preoccupante delle migrazioni sanitarie: ogni anno infatti quasi un milione di italiani colpiti dal cancro è costretto a cambiare Regione per curarsi. Servono un programma ed una regia unitaria, elemento cardine del ‘Patto contro il cancro’ fra clinici e Istituzioni”. Il cancro rappresenta la patologia cronica su cui le campagne di prevenzione mostrano i maggiori benefici. “Ma serve più impegno in questa direzione – continua il prof. Pinto -. È stato dimostrato che, se la spesa in prevenzione raggiungesse il livello del 5% previsto dai LEA, l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL scenderebbe dal 9,2% all’8,92%, con un risparmio di 7,6 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare l’accesso di tutti alle terapie innovative. Oggi infatti ad armi efficaci come la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia si sono aggiunte le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, permettendo di migliorare la sopravvivenza e garantendo una buona qualità di vita. La nostra società scientifica da tempo realizza progetti di sensibilizzazione: quest’anno abbiamo lanciato il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ con un motorhome che tocca 16 città per spiegare ai cittadini il nuovo corso della lotta ai tumori. Prosegue la seconda edizione di ‘Meglio Smettere’ con testimonial la campionessa di tennis Flavia Pennetta e l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri: l’obiettivo è far capire agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori tutti i danni provocati dal fumo di sigaretta. E promuoviamo ‘Non avere TUTimore’, campagna di sensibilizzazione sul carcinoma della vescica rivolta agli over 50”.