Fondazione Poliambulanza premiata Top Employers 2019

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Brescia, 4 Febbraio 2019 – Assicurare migliori condizioni di lavoro, investire nella formazione e nello sviluppo del personale, realizzare un’adeguata pianificazione della forza lavoro e assicurare un’ottimale gestione della performance. Sono questi solo alcuni dei punti chiave che hanno consentito a Fondazione Poliambulanza di ottenere la Top Employers 2019, la certificazione rilasciata dal Top Employers Institute, che valuta le realtà aziendali di 118 Paesi al mondo e riconosce le migliori per le Risorse Umane. Per l’anno 2019, 102 sono le aziende che sono state premiate in Italia ed oltre 1.500 nell’intero globo. “Accogliamo con orgoglio questo riconoscimento – esordisce Daniela Conti, Direttore Risorse Umane di Fondazione Poliambulanza -, che mette in luce come Poliambulanza eccella non solo per la qualità delle cure offerte ma anche per le misure volte alla crescita e alla tutela del benessere dei suoi dipendenti. L’attenzione improntata al lavoratore come persona è un aspetto imprescindibile che da sempre guida il nostro operato. Un valore identitario che ci connota e che ci pone in continuità con la mission dei nostri Padri fondatori”.  Tra gli altri aspetti di eccellenza che connotano l’attività dell’ospedale lombardo spicca l’attenzione per lo sviluppo professionale del personale medico e non. Agli infermieri, ai tecnici sanitari ed al personale amministrativo sono indirizzati percorsi di sviluppo finalizzati all’acquisizione e aggiornamento di competenze cliniche o gestionali, nonché agevolazioni per la partecipazione ai Corsi di Perfezionamento ed ai Master gestiti internamente nell’ambito del Corso di Laurea in Infermieristica. Per il personale medico, invece, sono previsti accanto a percorsi verticali, che mirano all’integrazione di competenze cliniche e gestionali, percorsi orizzontali volti alla trasmissione di competenze specifiche in un certo ambito clinico e che possono sfociare, solo in presenza dei requisiti richiesti, in incarichi di carattere clinico. Poliambulanza, inoltre, dà un importante contributo anche nella formazione di medici specializzandi. Da diversi anni, infatti, finanzia, direttamente o con il supporto di altri sponsor privati, l’istituzione di posti aggiuntivi presso le Scuole di Specialità delle Facoltà di Medicina delle Università con le quali sono state stabilite specifiche convenzioni e, in questo modo, consente ai medici di svolgere in sede una parte del percorso di specializzazione.  Poliambulanza come le altre aziende certificate dal Top Employers Institute ha superato un processo di esame, che prevede una survey, in cui vengono sondate tutte le politiche attuate dalle risorse umane all’interno dell’azienda e a cui segue un processo di validazione. Solo se le attività afferenti alle varie aree di indagine superano determinati standard e si configurano come best pratices, l’azienda viene ritenuta idonea per la certificazione. Qualora la realtà aziendale abbia già ottenuto la Top Employers, per confermarsi meritevole di certificazione deve dimostrare non solo il mantenimento degli standard già raggiunti in passato, ma anche un miglioramento del livello delle prestazioni.

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REUMATOLOGIA: RITORNA LA CAMPAGNA #REUMADAYS 2019

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Roma, 19 dicembre 2018 – Dopo il grande successo dello scorso anno ritorna nella piazze italiane il progetto #Reumadays 2019. Saranno 11 le nuove città coinvolte nell’iniziativa che vuole sensibilizzare i cittadini sulle malattie reumatiche: Mantova, Ferrara, Roma, Milano, Bari, Catania, Cosenza, Genova, Torino, Trento e Napoli. In ogni tappa saranno installati info point, dove gli specialisti della Società Italiana di Reumatologia (SIR) incontreranno i cittadini. Sono previsti: speciali lezioni di salute, distribuzione di materiale informativo, consulti medici gratuiti e dimostrazioni pratiche di alcuni esami diagnostici. Il tutto sarà realizzato anche grazie all’aiuto delle associazioni dei pazienti. “Informazione e prevenzione sono due armi contro malattie serie ed invalidanti che colpiscono oltre cinque milioni di italiani – afferma il prof. Luigi Sinigaglia, Presidente Nazionale della SIR -. Le patologie reumatiche, nel nostro Paese, determinano un rischio invalidità per oltre 800mila persone, più di 600mila ricoveri ospedalieri ogni anno e costi sociali diretti e indiretti di circa 4 miliardi l’anno. Imparare a riconoscere i campanelli d’allarme risulta fondamentale perché prima riusciamo ad intervenire meglio è per la salute del paziente. Esistono alcuni segnali che contraddistinguono le diverse malattie come dolore e gonfiore alle articolazioni delle mani e dei piedi, rigidità articolare mattutina che interessa soprattutto le mani e può perdurare per qualche ora dopo il risveglio, stanchezza non altrimenti motivabile, presenza di una febbricola persistente, dolore lombare prevalentemente notturno e mattutino non correlato a sforzi. Altri sintomi d’allarme possono essere cefalea, particolare sensibilità della cute alla luce solare, impallidimento delle dita delle mani dopo esposizione al freddo, sensazione di occhio secco o bocca secca, frattura ossea che compare senza un trauma importante”. “Adesso grazie alla ricerca sappiamo che l’epigenetica e l’ambiente svolgono un ruolo importante nell’insorgenza delle malattie reumatologiche – spiega Guido Valesini, Vice Presidente SIR -. Al tempo stesso anche abitudini non sane come il fumo o il grave eccesso di peso sono dei fattori di rischio rilevanti. Dopo i 65 anni, circa un italiano su 10 è tabagista, e circa il 15% è obeso. Per questo, attraverso la nostra campagna, vogliamo riuscire a trasmettere ai cittadini l’importanza di seguire stili di vita sani”.

Fibromi e iperplasia prostata, la soluzione non è solo chirurgia 

I fibromi riguarda 3 milioni di donne solo in Italia

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Si tratta dei tumori benigni più frequenti in ambito femminile, i campanelli d’allarme sono cicli mestruali abbondanti, dolore durante i rapporti sessuali e difficoltà a concepire. L’iperplasia prostatica benigna (un ingrossamento non dovuto a un tumore) è invece la patologia più diagnosticata nell’uomo in campo urologico dopo i 50 anni. Per entrambi vi è un’alternativa alla chirurgia, mininvasiva e ancora poco conosciuta: l’embolizzazione, eseguita dal radiologo interventista. Se ne parla al congresso Sirm, Società di Radiologia Medica e Interventistica, a Genova. Nel caso dei fibromi uterini l’embolizzazione, come spiega Maurizio Cariati, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Radiologia dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, è un’alternativa “sia perché consente di evitare, nel caso di voluminosi e plurimi fibromi, l’asportazione dell’utero, sia perché non è un intervento chirurgico e non è ovviamente gravato dalle complicanze”. Si esegue pungendo l’arteria femorale, senza incisioni e consente di ridurre sensibilmente l’apporto del sangue all’utero, ciò determina la riduzione volumetrica del fibroma (o dei fibromi). Non si può effettuare in tutti i casi e necessita di una pianificazione. È praticabile solo in centri dove è presente una Radiologia Interventistica, con esperti nel settore ginecologico. Nel caso dell’ipertrofia prostatica benigna, come spiega Paolo Gazzo, responsabile dell’Angiografia e Radiologia Interventistica dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (Sv), la procedura “consiste in un intervento senza bisturi, entrando dall’arteria femorale (con una puntura sull’inguine) si raggiungono le arterie prostatiche con un tubicino, chiudendole con delle microsfere”. Il paziente viene dimesso il giorno dopo. L’obiettivo è tornare ad una buona qualità di vita già nei mesi successivi, risolvendo i sintomi urinari e mantenendo inalterata l’attività sessuale o migliorandola.

 

Influenza: il picco è previsto a capodanno

Firenze, 1 dicembre 2017 – Sono oltre 467.000 gli italiani finiti a letto a causa dell’influenza dall’inizio della sorveglianza epidemiologica. Anche quest’anno la stagione si è presentata in anticipo rispetto alle annate precedenti e pertanto il picco è previsto intorno a Capodanno. Quest’anno il virus influenzale è meno aggressivo ma colpirà un numero maggiore di persone così come già avvenuto nell’emisfero australe. ScreenHunter_1913 Dec. 01 10.35Secondo gli ultimi dati disponibili nel 2016-17 si stima che nel nostro Paese ci siano stati 2.000 decessi in più rispetto alla stagione precedente. Si tratta di un dato in linea con la media europea e il fenomeno potrebbe ripetersi anche quest’anno. Risulta quindi fondamentale che tutti i cittadini si vaccinino quanto prima contro la patologia. Finalmente il paziente “maturo” potrà avvalersi della protezione vaccinale anche per due altre malattie: polmonite e altre malattie invasive da pneumococco e herpes zoster (o fuoco di Sant’Antonio) e la sua temibile complicanza, la nevralgia post herpetica. Infatti nel nuovo piano nazionale prevenzione vaccinale da quest’anno ai 65enni viene offerto il vaccino antipneumococcico coniugato, seguito dal polisaccaridico 23 valente e quello anti zoster ad una dose per tutta la vita. E’ questo l’appello lanciato dai medici di famiglia durante la seconda giornata del 34° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG). L’evento, dal titolo La presa in carico, il carico assistenziale di malattia, le cronicità. Dai silos economici alla cura globale del cittadino, si chiude domani a Firenze e vede la partecipazione di oltre 2.500 camici bianchi da tutta la Penisola. “Rinnoviamo l’invito affinché tutti e non solo le categorie di persone a rischio si immunizzino – afferma il dott. Claudio Cricelli, Presidente Nazionale SIMG -. La campagna vaccinale contro l’influenza ha avuto nelle prime settimane un buon riscontro tra la popolazione. In molti dei nostri studi e ambulatori le scorte vaccinali sono esaurite nel giro di pochissimi giorni. Potrebbe essere una prima dimostrazione di una ritrovata e rinnovata fiducia dei cittadini verso questi importantissimi presidi sanitari salvavita, dopo anni di inspiegabile diffidenza. L’impegno e la crescente attenzione sul tema vaccinale starebbero quindi iniziando a dare i primi risultati concreti. Ricordiamo che devono assolutamente immunizzarsi i pazienti colpiti da patologie croniche, cardiovascolari e respiratorie, anziani, bambini e donne in gravidanza. Per tutte queste persone il vaccino è gratuito e basta recarsi al più presto dal proprio medico di famiglia. Tutti gli altri possono invece liberamente acquistarlo in farmacia”. “La nostra Società Scientifica è da sempre in prima linea per favorire il più possibile il ricorso alle vaccinazioni – aggiunge il dott. Ovidio Brignoli, Vice Presidente Nazionale SIMG -. All’interno del sistema sanitario nazionale siamo i primi interlocutori con i cittadini e con loro abbiamo un consolidato e privilegiato rapporto di fiducia. Proprio per questo dobbiamo essere noi i primi a dare il buon esempio sottoponendoci regolarmente all’immunizzazione. Attualmente però meno del 10% dei camici bianchi italiani si vaccina regolarmente contro l’influenza. Quest’anno le autorità sanitarie del Regno Unito hanno approvato una nuova legge che obbliga i medici che non si vaccinano a giustificare in modo dettagliato i motivi della loro scelta. Come SIMG chiediamo che anche il Ministero della Salute adotti al più presto un provvedimento simile”.

La camminata ti allunga la vita

Lo rivela uno studio pubblicato sull’American Journal

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Fare una passeggiata, anche per meno di due ore a settimana allunga la vita, riducendo cosi il rischio di morte per tutte le cause. Lo rivela uno studio pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine  condotta da Alpa Patel, del Cancer Prevention Study-3 for the American Cancer Society (ACS), quasi 140 mila persone coinvolte nello studio. Le raccomandazioni dicono che bisognerebbe fare almeno 150 minuti di attività fisica alla settimana. Ma secondo lo studio della ricercatrice Patel, camminare meno di 2 ore a settimana riduce sensibilmente il rischio di morte rispetto alla completa sedentariet.

Dermatologia: ricerca di un nuovo standard per la raccolta cutanei

ScreenHunter_907 Jun. 08 12.11Barcellona, 8 giugno 2017 – Almirall S.A. e LEO Pharma A/S hanno annunciato oggi una collaborazione che ha lo scopo di migliorare la conoscenza delle malattie dermatologiche sviluppando una nuova metodica di campionamento della pelle. Le aziende intendono sviluppare e validare dal punto di vista clinico un metodo di raccolta di campioni cutanei che sia indolore e il meno possibile invasivo. Tale metodo potrà consentire un’analisi più accurata e completa dei biomarcatori nell’ambito di ricerche esplorative e di studi clinici. L’accordo è unico perché è la prima volta che due aziende leader in dermatologia uniscono i propri sforzi per migliorare la ricerca di base e il trattamento delle malattie dermatologiche. “Siamo molto soddisfatti di questa collaborazione con LEO Pharma, che fornirà alla comunità scientifica nuovi mezzi per la comprensione e lo studio delle malattie dermatologiche – ha dichiarato Eduardo Sanchiz, CEO di Almirall -. Questo progetto costituisce un altro passo avanti per una più profonda conoscenza di queste patologie in modo che in futuro sia possibile offrire soluzioni che rispondano alle necessità insoddisfatte degli operatori sanitari e dei pazienti”. “Siamo orgogliosi di collaborare con Almirall per rispondere alla urgente necessità di un metodo di campionamento cutaneo indolore e minimamente invasivo che sia clinicamente approvato – ha affermato Gitte Aabo, CEO e Presidente di LEO Pharma-. La nostra particolare collaborazione offre la possibilità di aiutare i pazienti e di fatto l’intera comunità scientifica nel settore dermatologico poiché lavoriamo per raggiungere un risultato comune, la migliore comprensione delle malattie della pelle”. La ricerca verrà condotta presso l’Hospital Clinic di Barcellona (Spagna), la Technical University of Denmark e la University of Bath (UK). La metodologia sarà validata in una popolazione di pazienti selezionati e i risultati finali della ricerca verranno pubblicati in riviste peer-reviewed.

 

Lombardia: oltre 3,5 milioni di persone colpite da malattie croniche

Migliorare la preparazione dei medicina di famiglia, sulla gestione degli oltre 3,5 milioni di pazienti lombardi afflitti da malattie croniche, anche alla luce delle ultime delibere della Regione. Questo è emerso dal  13° congresso regionale lombardo della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG). L’evento, dal titolo Nuovi modelli di gestione della cronicità, si è tenuto a Padenghe del Garda (Brescia) con oltre 200 camici bianchi.

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Padenghe sul garda, 30 maggio 2017 – Entro fine anno i lombardi colpiti da una o più malattie croniche riceveranno una lettera dal Pirellone. Dovranno indicare chi gli fornirà assistenza sanitaria tra il proprio medico di medicina generale o uno specialista che lavora all’interno di strutture sanitarie pubbliche o accreditate. “E’ una piccola rivoluzione che interessa oltre il 35% dei cittadini della più popolosa Regione italiana – afferma il dott. Aurelio Sessa, presidente regionale SIMG Lombardia -. Secondo l’ultimo decreto infatti i pazienti potranno, per la prima volta in Italia, scegliere a quale professionista affidarsi. Questi cambiamenti riguarderanno ovviamente anche tutto il personale medico sanitario. In particolare il medico di famiglia diventerà l’unico responsabile della salute dell’assistito oppure svolgerà questo compito insieme ad altri colleghi formando delle cooperative. In alternativa potrà indirizzare il paziente ad un centro specializzato”. “Un italiano su tre è colpito da almeno una patologia cronica – aggiunge il dott. Claudio Cricelli presidente nazionale SIMG -. In totale costano al servizio sanitario nazionale circa 60 miliardi di euro ogni anno e l’invecchiamento generale della popolazione porterà ad un incremento dei costi per l’intera collettività. Tutto questo ci costringe a sperimentare nuovi modelli organizzativi-gestionali più efficienti ed appropriati come quello che verrà avviato in Lombardia. Per la prevenzione, cura e assistenza dovrà essere sempre più importante il ruolo del medico di medicina generale. La nostra Società sta collaborando con le varie istituzioni sanitarie, sia locali che nazionali, per riorganizzare il sistema delle cure primarie in Italia”. “La riforma in atto in Lombardia dovrà tenere conto dell’esigenze degli oltre 150mila pazienti complessi – conclude il dott. Ovidio Brignoli vice presidente nazionale SIMG -. Si tratta di una particolare categorie di persone che hanno problemi di salute così gravi che necessitano di un’assistenza non solo sanitaria ma anche sociale. Il loro numero è esiguo ma tuttavia assorbono molte delle risorse economiche e umane del sistema sanitario regionale. La ultime delibere del Pirellone mettono giustamente la medicina generale al centro del sistema di assistenza. Però al tempo stesso cambiano alcuni obblighi e paradigmi del nostro lavoro. Noi medici di famiglia dobbiamo saper rimetterci in gioco e rivedere le nostre conoscenze e competenze”.

Al via a Palermo il 1° festival della prevenzione e innovazione in oncologia

DA STAMATTINA FINO al 17 marzo la città ospita la quinta tappa del tour dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica.

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Un motorhome è stato allestito  in Piazza Giuseppe Verdi (dalle 10 alle 18), dove gli oncologi dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) forniranno consigli e informazioni sulla prevenzione, sull’innovazione terapeutica e sui progressi nella ricerca in campo oncologico. Saranno presenti anche rappresentanti dell’organizzazione umanitaria internazionale Life and Life, Europa Donna ed aBRCAdaBRA (dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18). L’obiettivo è portare ai cittadini un messaggio fondamentale: il cancro non va più considerato un male incurabile e contro questa malattia si deve giocare d’anticipo.

“Lanciamo, sul modello dei festival della letteratura, il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare, fino alla riabilitazione, al reinserimento nel mondo del lavoro e al ritorno alla vita – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove armi il 60% dei pazienti sconfigge la malattia, percentuale che raggiunge il 70% nelle neoplasie più frequenti”. La manifestazione itinerante, tocca 16 città con eventi che dureranno tre giorni. In Italia nel 2016 sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore (189.600 negli uomini e 176.200 nelle donne), in Sicilia 25.700 (13.400 uomini e 12.300 donne). E a Palermo ogni anno si registrano circa 5.580 nuove diagnosi (2.998 uomini e 2.582 donne).

“Resta ancora molto da fare sul piano della prevenzione – continua il prof. Antonio Russo, membro Direttivo nazionale AIOM e Direttore Oncologia Medica del Policlinico ‘Giaccone’ di Palermo -, se pensiamo che l’Italia destina solo il 4,2% della spesa sanitaria totale a queste attività, collocandosi negli ultimi posti per investimenti in prevenzione fra i 34 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD)”.

Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei tumori può essere evitato con uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta), ma pochi italiani seguono queste regole. Anche in Sicilia emergono dati preoccupanti (Report del sistema di sorveglianza PASSI 2012-2015): l’eccesso ponderale è superiore rispetto alla media nazionale, infatti il sovrappeso riguarda il 34,6% dei cittadini della Regione (31,6% Italia) e il 12,5% è obeso (10,4% Italia). Critiche anche le percentuali sull’attività fisica: il 43,2% dei siciliani è completamente sedentario (32% Italia). Superiori rispetto alla media nazionale anche i dati relativi al fumo: è tabagista il 28,7% (26,9% Italia). Si stima che oggi in Sicilia vivano circa 197.800 cittadini dopo la diagnosi di tumore, una cifra in costante crescita. Oltre alle nuove terapie, anche gli screening svolgono un ruolo fondamentale nel miglioramento dei tassi di guarigione. Ma nella Regione pochi cittadini rispondono a questi fondamentali programmi di prevenzione, infatti le percentuali di adesione sono fra le più basse a livello nazionale: nel biennio 2011-2012 solo il 35,1% delle donne siciliane ha eseguito la mammografia, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore del seno (60,9% Italia); il 28-30% ha eseguito il Pap test per la diagnosi iniziale del tumore del collo dell’utero (40,8% Italia) e solo il 15,6% dei cittadini ha eseguito il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il cancro del colon retto (47,1% Italia).

Durante il “Festival della prevenzione e innovazione in oncologia” l’organizzazione umanitaria internazionale Life and Life attraverso la sua sezione “LaL Rosa” presenterà Svegliarsi in Salute, preparazione di un sano e naturale risveglio con la Colazione della Salute. Durante la preparazione le donne che hanno vissuto l’esperienza del cancro daranno la loro testimonianza su come si può fare prevenzione cambiando stile di vita. Interverrà anche Giuseppe Salica, istruttore federale di Nord Walking, disciplina sportiva basata sulla camminata che si avvale dell’uso di particolari bastoncini. È considerata tra le attività fisiche più adatte per la prevenzione di molte malattie. Salica sarà nel motorhome il 15 marzo dalle 10 alle 12, il 16 marzo dalla 16 alle 18 e il 17 marzo dalle 10 alle 12.

MR. ALELGRI “ALLENATORE DI SALUTE”. ONCOLOGI, PEDIATRI E COACH INSIEME PER INSEGNARE LA PREVENZIONE

FullSizeRenderLivorno, 15 giugno 2016 – Parte da Livorno il progetto Allenatore Alleato di Salute, il primo al mondo che vede uniti coach, pediatri e oncologi. L’obiettivo è coinvolgere i mister di tutta Italia in un nuovo ed efficace percorso di educazione agli stili di vita corretti fra gli adolescenti. Oggi allo stage Mr Allegri Jr Camp, organizzato dal coach Campione di Italia, è presente il prof. Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro, che spiega ad oltre 150 giovani calciatori le principali regole del benessere per essere campioni dentro e fuori dal campo. Secondo una recente ricerca, infatti, il 36% degli adolescenti chiede a mister consigli di prevenzione. “Siamo sempre più un punto di riferimento per i giovani atleti – afferma Massimiliano Allegri, “ambasciatore” del Ministero della Salute e del CONI per la campagna -. Dobbiamo imparare ad affrontare una nuova sfida: diventare ‘maestri di salute’. Per me è un onore e, al tempo stesso, una grande responsabilità avere questo ruolo. Anche insegnando le corrette norme del benessere ai ragazzi possiamo far crescere i campioni di domani. Sono orgoglioso di avere ospitato all’interno del mio stage annuale la prima lezione di questo nuovo progetto”. Allenatore, Alleato di Salute è promosso dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e da Insieme contro il Cancro ed è realizzato con il supporto e il patrocinio del CONI e del Ministero della Salute. “I ragazzi hanno un estremo bisogno di imparare gli stili di vita sani – afferma il prof. Francesco Cognetti -. Il 13% dei teenager del nostro Paese fuma regolarmente, più del 10% beve troppi alcolici e il 20% dei 15enni è in sovrappeso. Si tratta di comportamenti molto pericolosi che aumentano il rischio di insorgenza del cancro e di altre patologie. La letteratura scientifica ha ampliamente dimostrato come la prevenzione primaria debba iniziare da giovanissimi. Gli oncologi italiani sono da molti anni impegnati in campagne educazionali rivolte ai più giovani. Da oggi in questa attività possiamo avere al nostro fianco un nuovo alleato, l’allenatore”. “Lo sport ha un ruolo educativo molto importante all’interno della società – sostiene il prof. Giovanni Corsello Presidente della SIP -. Il mister è visto come un adulto di cui ci si può fidare e per questo può svolgere un ruolo di primo piano nell’educazione del ragazzo. Soprattutto in una fase della vita molto complessa e delicata come l’adolescenza. Per questo abbiamo deciso di partecipare a questa campagna innovativa”. Nelle prossime settimane partirà un tour che porterà pediatri e oncologi ad incontrare i coach delle squadre dilettantistiche del Paese

MASSIMILIANO ALLEGRI, PRIMO “ALLENATORE DI SALUTE” AL MONDO

ALLEGRI MAESTRO SALUTE 3Roma, 23 maggio 2016 -Gli allenatori come alleati di salute a fianco dei pediatri, degli oncologi, del CONI e del Ministero. Obiettivo: coinvolgerli nel favorire corretti stili di vita fra gli adolescenti. Parte dall’Italia il primo progetto al mondo per rendere i mister “educatori” non solo nelle tecniche di gioco, ma anche nella lotta al fumo, al consumo di alcol, alla corretta alimentazione. E inizia con il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che affida il ruolo di ambasciatore di questo progetto a Max Allegri, allenatore campione d’Italia. “Abbiamo il dovere di coinvolgere tutti gli attori che possono determinare scelte consapevoli dei nostri ragazzi perché possano crescere sani -spiega la Lorenzin nel corso di un convegno all’Auditorium del Ministero-. Purtroppo oggi le cifre ci dicono il contrario: il 13% dei teenager fuma regolarmente, più del 10% beve troppi alcolici e il 20% dei 15enni è in sovrappeso, con il 3,7% addirittura obesi. Dobbiamo fare di più: spero che molti coach seguano l’esempio di Max Allegri”. La campagna “Allenatore, Alleato di Salute” è promossa dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Fondazione “Insieme contro il cancro”. “Evidenze scientifiche documentano che la prevenzione deve cominciare nell’età evolutiva, nei primi anni di vita e poi proseguire durante l’adolescenza – sottolinea ilprof. Giovanni Corsello, presidente SIP-. Come pediatri siamo impegnati su più fronti, nell’interazione con le famiglie, la scuola e le istituzioni. Dobbiamo promuovere tutti insieme stili di vita che siano indirizzati verso la salute. In questo senso è necessario che bambini e ragazzi abbiano dei punti di riferimento autorevoli: gli allenatori sono tra questi. Lo confermano i dati di un sondaggio on line condotto nei mesi scorsi su poco meno di 25mila under 19 sui siti di SKY SPORT e ‘Il Ritratto della Salute’. Il 36% chiede al proprio coach consigli su benessere e prevenzione. Seguono nella speciale classifica i genitori (32%), l’insegnante (12%), i parenti più stretti (11%). Le domande più ricorrenti sono come smettere di fumare (34%), raccomandazioni per la dieta (35%), informazioni generali sul benessere (20%) e consigli per smaltire chili di troppo (12%)”. “Ma un dato molto interessante – afferma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione “Insieme contro il cancro” – è la ragione per cui i ragazzi si rivolgono al mister: nel 66% ‘perché ho fiducia in lui’ e in un altro 32% ‘perché mi imbarazza meno rispetto ad altre persone.In campo oncologico sono ormai centinaia gli studi che confermano lo strettissimo legame fra stili di vita e insorgenza dei tumori. Poter contare su figure come l’allenatore che hanno forte presa sui giovanissimi può permetterci di realizzare un percorso nuovo e più efficace di prevenzione”.
“Dati molto rilevanti –spiega anche il presidente del CONI Giovanni Malagò– che confermano il ruolo fondamentale svolto nei confronti dei ragazzi. Dobbiamo sfruttare questa fiducia e spingere gli allenatori ad occuparsi anche dei corretti stili di vita”. “Siamo pronti a fare la nostra parte – aggiunge Max Allegri -. Dobbiamo prendere coscienza del ruolo che ci viene attribuito dai giovani: dobbiamo rispondere a queste nuove esigenze documentandoci su temi quali il benessere e i corretti stili di vita. Non possiamo e non vogliamo assolutamente sostituirci ai medici ma è nostro dovere aiutare i ragazzi anche in queste aree. Sono orgoglioso ed entusiasta di essere ambasciatore del ministro, del CONI e delle società scientifiche in questo progetto”.
“Il nostro obiettivo -aggiungono Corsello e Cognetti- è che oltre agli schemi di gioco e alle tattiche, l’allenatore possa spiegare al ragazzo che se fuma non è più cosi veloce nel raggiungere la palla, che se consuma alcolici il suo organismo ne risente anche dal punto di vita della performance sportiva, che se segue la dieta mediterranea, il suo corpo è più pronto e reattivo allo scatto. E se il ragazzo lo seguirà, avremo come risultato, fra l’altro, un calo del 40% di tumori in età adulta. Per far questo, dall’estate partirà un vero e proprio tour che porterà pediatri e oncologi ad incontrare gli allenatori delle squadre dilettantistiche del Paese per fare formazione, accompagnati anche da corsi a distanza diffusi via web. Stiamo per preparare materiali(booklet, video, brochure). Forniremo le nozioni base perchè possano a loro volta fornire indicazioni corrette ai ragazzi e quindi alle loro famiglie. Nascerà un forte link fra medici e mister utilizzando anche i social media, con comunità chiuse per lo scambio di quesiti, richieste, approfondimenti”. “In Italia ci sono oltre 61 mila persone che hanno il patentino di allenatori di calcio-sottolinea Malagò- un vero e proprio esercito che va sensibilizzato. E si parte dal calcio, ma sarà importante anche rivolgerci ad altri sport.Come CONI siamo pronti a giocare questa partita”.
Una gara che Max Allegri ha deciso di giocare da tempo: da due anni è testimonial della campagna degli oncologi “Non Fare Autogol”, ha inserito nella sua app rivolta agli allenatori di tutto il mondo per spiegare loro gli schemi di gioco (Mr Allegri Tactics) anche una sezione specifica sui corretti stili di vita, ha ospitato e ospiterà medici nel suo camp estivo di Livorno per tenere lezioni ai ragazzi come crescere in salute. E che trova il plauso anche di Senior Italia FederAnziani. “È un grande progetto – aggiunge il presidente Roberto Messina -. Rappresentando tre milioni di nonni sappiamo bene quanto sia importante il ruolo dell’allenatore per i nostri nipoti e di quanto siano utili i consigli sui corretti stili di vita. Anche per gli stessi anziani perché spesso sono proprio gli adolescenti a cercare di correggere, talvolta riuscendoci, le cattive abitudini adottate da decenni”.“Quello di Allegri è un esempio da seguire -conclude il Ministro Lorenzin -. La correzione di errati stili di vita da adolescenti, ma anche una corretta informazione sulle vaccinazioni, contro la sedentarietà rappresentano una assoluta priorità, la sola via per assicurarci adulti e anziani sani e garantire la sostenibilità del nostro sistema sanitario universalistico”.