Tumori: in 5 anni 31 nuove molecole disponibili in Italia

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Madrid, 11 settembre 2017 – In cinque anni nel mondo sono stati commercializzati 49 nuovi farmaci anticancro, tra cui l’Italia ha garantito la disponibilità a 31 di queste molecole innovative, collocandosi al quarto posto a livello mondiale. Al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO, European Society for Medical Oncology) in corso a Madrid fino a domani, l’attenzione dei clinici è concentrata sugli strumenti necessari per consentire l’accesso alle nuove terapie. “I sistemi di rimborsabilità concordati con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sono un esempio a livello internazionale – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. E il dato italiano è ancora più rilevante se consideriamo che i sistemi sanitari (privati o misti) degli USA e del Regno Unito rispondono a meccanismi diversi e non paragonabili al nostro che è universalistico. Nel 2016 in Italia sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore, circa 1.000 ogni giorno: il 63% delle donne e il 54% degli uomini sconfiggono la malattia. Da un lato le nuove armi sempre più efficaci dall’altro l’alto livello delle cure consentono all’Italia di porsi nei primi posti in Europa per numero di guarigioni”. In particolare la sopravvivenza a 5 anni è più alta rispetto a quella dei Paesi dell’Europa centrale e settentrionale. Dato evidente nei cinque tumori più frequenti: colon (Italia 65,5%; Europa Centrale 60,5%; Europa Settentrionale 59%), seno (rispettivamente 87,1%; 83,9%; 84,7%), prostata (91,5%; 88%; 84,9%), polmone (15,8%; 14,8%; 12,2%) e vescica (79,5%; 67,9%; 73%). Il costo del cancro a livello mondiale è destinato a crescere in maniera esponenziale: è passato da 84 miliardi di dollari nel 2010 a 113 nel 2016. E si prevede un aumento fino a 150 miliardi nel 2020. I farmaci antineoplastici (e immunomodulatori) rappresentano nel nostro Paese la prima categoria terapeutica con un costo di quasi 4,5 miliardi di euro nel 2016, anche se la voce maggiore di spesa per l’assistenza oncologica non è rappresentata dai farmaci. “Il Governo italiano – continua la dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto AIOM – lo scorso anno ha introdotto, su forte richiesta della nostra società scientifica, uno strumento importante per garantire la sostenibilità, un Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi. Rilanciamo anche per il 2018 la richiesta di risorse dedicate, che dovrebbero diventare parte integrante di un più ampio ‘Patto contro il cancro’. Chiediamo alle Istituzioni un programma ed una regia unici nazionali contro i tumori, che garantiscano una strategia unitaria per combattere la malattia dalla prevenzione alle terapie fino alla riabilitazione, dall’accompagnamento di fine vita, all’umanizzazione dell’assistenza fino alla ricerca, in grado così di incidere a 360 gradi sull’impatto di questa patologia nel nostro Paese. Potremmo in questo modo delineare un modello italiano di condivisione della lotta alla malattia fra clinici, pazienti e Istituzioni”. In questa prospettiva dovrebbero inserirsi anche i nuovi criteri per definire l’innovatività di un farmaco stabiliti dall’AIFA a marzo 2017. “La deliberazione – sottolinea il prof. Pinto – è molto importante perché ha reso accessibile il Fondo di 500 milioni di euro. Nel 2016 la Commissione tecnico scientifica dell’agenzia regolatoria ha attribuito il carattere dell’innovatività a sei farmaci di cui 2 in ematologia e 4 in oncologia medica. In base a questi nuovi criteri, dovrebbero essere valutati nei prossimi mesi ulteriori farmaci anticancro realmente innovativi che potranno essere resi disponibili ai pazienti rientrando così nel Fondo. Si tratta da un lato di molecole completamente nuove, dall’altro di trattamenti già in uso e rimborsabili ma che hanno ricevuto dall’AIFA un’estensione delle indicazioni. Lo schema proposto per la valutazione si basa su un criterio multidimensionale che tiene conto di tre elementi fondamentali: il bisogno terapeutico, il valore terapeutico aggiunto e la qualità delle prove (cioè la robustezza degli studi clinici). I farmaci innovativi dovrebbero essere inseriti nel Fondo in aderenza ai principi stabiliti dall’AIFA. Chiediamo quindi che venga previsto anche per il 2018 un adeguato Fondo Nazionale per i farmaci innovativi in Oncologia e che questo Fondo sia destinato alla copertura dei costi non solo dei farmaci ma anche dei test richiesti dal regolatorio per gli stessi farmaci”.

Chemioterapia: a 68% degli italiani fa ancora paura

Aiom ha realizzato un libro con le 100 domande e risposte su questa arma contro i tumori

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Milano, 13 Luglio 2017 – La fotografia del livello di conoscenza di una delle principali armi contro il cancro è stata scattata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in un sondaggio che ha coinvolto 1.010 cittadini. E per far capire come la cura farmacologica contro i tumori sia cambiata la società scientifica ha realizzato il libro “Chemioterapia 100 domande 100 risposte”, disponibile sul sito www.aiom.it. Il progetto è stato realizzato con il contributo non condizionato di Sanofi Genzyme. “Gli importanti progressi registrati negli ultimi decenni possono essere ricondotti ai continui passi in avanti nella prevenzione, diagnosi e terapia dei tumori, che include a pieno titolo la chemioterapia, ancora oggi arma fondamentale e con aspetti di innovatività da non trascurare – sottolinea il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Questo libro con le 100 domande e risposte sulla chemioterapia e sul ‘pianeta’ cancro vuole essere una guida per tutti i cittadini per comprendere a fondo la terapia che in più di 70 anni ha rappresentato il cardine della lotta ai tumori e che è ancora insostituibile nella cura della maggioranza delle neoplasie. Negli anni sono state diffuse false informazioni o mistificazioni prive di fondamento per screditarne l’efficacia e allontanare o demotivare i pazienti. Contemporaneamente abbiamo anche assistito alla pericolosa diffusione di teorie pseudoscientifiche sulle cure miracolose del cancro. Sulla chemioterapia inoltre grava lo stigma di una cura con ‘pesanti’ effetti collaterali che spesso fanno paura più del cancro stesso, reminiscenza del passato e molto lontano dalle attuali possibilità terapeutiche”. Il sondaggio evidenzia la scarsa conoscenza degli italiani sull’evoluzione che ha interessato quest’arma: per il 53% non permette di condurre una vita “normale” e per il 37% è un trattamento ormai superato. “La chemioterapia – spiega il prof. Pinto – si è continuamente sviluppata e innovata, non è più quella di 30 anni fa, è più ‘dolce’. Inoltre oggi abbiamo a disposizione trattamenti complementari che ne riducono in maniera rilevante gli effetti collaterali come la nausea e il vomito. Con le dovute differenze a seconda del tipo di tumore, dello stadio della malattia e della finalità della cura, sono disponibili terapie che non provocano la caduta dei capelli, altre che rispettano la produzione di globuli bianchi e rossi e piastrine da parte del midollo osseo, o sono meno impattanti per le mucose. Non è certamente una modalità di cura superata. Malgrado i progressi ottenuti con altre terapie, per esempio con i farmaci a target molecolare e l’immuno-oncologia, si continua a fare ricerca in quest’ambito. Oggi infatti molti nuovi trattamenti sono somministrati in combinazione o in sequenza con la chemioterapia ‘più tradizionale’. Più armi quindi insieme per ridurre e migliorare i sintomi come dolore, dispnea, disfagia, prolungare la vita e migliorare le percentuali di guarigioni dopo la chirurgia in un sempre più elevato numero di malati”. Nel 2016 in Italia sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore: il 63% delle donne ed il 54% degli uomini sconfiggono la malattia. Buona parte dei progressi compiuti dall’oncologia mondiale negli ultimi decenni sono stati ottenuti proprio grazie alla chemioterapia, che rappresenta ancora oggi una terapia efficace nel trattamento di alcuni dei tumori più frequenti come quelli del seno, del colon-retto, del polmone e della prostata. “Nel rispetto delle scelte del paziente – conclude il prof. Pinto – i clinici devono lavorare per fornire ai malati corrette informazioni, sapendone ascoltare i bisogni, le speranze e le paure, per una piena condivisione del progetto di cura e per evitare perdita di fiducia o rinuncia alle terapie o che diventino preda di promesse terapeutiche infondate”.

 

Domani al via il più grande congresso mondiale di oncologia

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Chicago, 1 Giugno 2017 – Stiamo parlando dell’appuntamento annuale organizzato dall’ASCO (American Society of Clinical Oncology), dal 2 al 6 giugno a Chicago. In occasione del quale oltre 30.000 esperti da tutto il mondo si confronteranno e metteranno in scena i lavori più importanti sulle cure per il cancro. Presentando i grandi risultati raggiunti su più piani: l’efficacia dei medicinali d’avanguardia, il miglioramento della qualità della vita, l’aumento del tasso di sopravvivenza dei malati.Insomma cinque giorni di congresso per scrivere il futuro della lotta al cancro.

Il festival della prevenzione fa tappa a Negrar

Dal 7 al 10 maggio la città ospita la tredicesima tappa del tour dell’AIOM

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La tredicesima tappa del “Festival della prevenzione e innovazione in oncologia” si svolge proprio nella città veneta. Un motorhome sarà allestito per quattro giorni, dal 7 al 10 maggio, in Piazzale Perez (Via Ghedini), dove gli oncologi dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica forniranno consigli e informazioni sulla prevenzione, sull’innovazione terapeutica e sui progressi nella ricerca in campo oncologico. Non solo. Sono previste attività sportive in Piazza per coinvolgere i cittadini. E domenica 7 maggio alle 17.30 interverrà l’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto. L’obiettivo è trasmettere un messaggio fondamentale: il cancro non va più considerato un male incurabile e contro questa malattia si deve giocare d’anticipo.
“Lanciamo, sul modello dei festival della letteratura, il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare, fino alla riabilitazione, al reinserimento nel mondo del lavoro e al ritorno alla vita – spiega la dott.ssa Stefania Gori, Presidente eletto AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Direttore dell’Oncologia all’Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar -. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove armi il 60% dei pazienti sconfigge la malattia, percentuale che raggiunge il 70% nelle neoplasie più frequenti”.
La manifestazione itinerante, resa possibile grazie al sostegno di Bristol-Myers Squibb, tocca 16 città con eventi che dureranno tre giorni.
In Italia nel 2016 sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore (189.600 negli uomini e 176.200 nelle donne), in Veneto 31.400 (16.300 uomini e 15.100 donne). I tumori più frequenti nella Regione sono quelli del seno (4.400 casi stimati nel 2016), colon retto (4.400), polmone (3.300) prostata (2.900) e vescica (2.100).
“Considerando i casi di tumore diagnosticati nel biennio 2008-2009, la sopravvivenza in Veneto è del 60% nei maschi e del 65% nelle femmine – sottolinea la dott.ssa Gori -. Per quanto riguarda gli uomini, la sopravvivenza è passata dal 41% nel 1992-1995 al 51% nel 2008-2009, aumentando di 10 punti percentuali. Anche nelle donne l’incremento, pari a 9 punti percentuali, è risultato statisticamente significativo e ha portato le guarigioni dal 54% al 63%”. Le sedi a miglior prognosi sono testicolo (96%), prostata (96%) e tiroide (91%) nei maschi; tiroide (95%), linfoma di Hodgkin (93%), melanoma della cute (90%) e mammella (90%) nelle femmine.

 

Oncologi: “Solo il 4,2% della spesa è destinato alla prevenzione”

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Roma, 27 aprile 2017 – In Italia per la prevenzione si spendono 5 miliardi di euro (2014), pari al 4,22% della spesa sanitaria totale: il tetto programmato stabilito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) invece è del 5%. Il 40% dei casi di tumore (146mila diagnosi ogni anno in Italia) potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita sani, all’applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali, all’implementazione degli screening Gli oncologi chiedono alle Istituzioni un programma ed una regia unica nazionale contro il cancro, che garantiscano una strategia unitaria per combattere la malattia dalla prevenzione, alle terapie, alla riabilitazione, all’accompagnamento di fine vita, all’umanizzazione dell’assistenza,alla ricerca, in grado così di incidere a 360 gradi sull’impatto di questa patologia nel nostro Paese. L’appello è lanciato oggi dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) al Senato nel Rapporto sullo “Stato dell’oncologia in Italia 2017”. “Nel nostro Paese sono stati registrati 365.800 nuovi casi di tumore, circa 1.000 ogni giorno – afferma il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. I nostri obiettivi vanno in quattro direzioni: diminuzione dell’incidenza e della mortalità per cancro, miglioramento della qualità di vita dei pazienti e istituzione delle reti oncologiche regionali che oggi sono completamente attive solo in Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Le reti rappresentano il modello per garantire in tutto il nostro Paese l’accesso a diagnosi e cure appropriate e di qualità, per razionalizzare risorse, professionalità e tecnologie, e per arginare il fenomeno preoccupante delle migrazioni sanitarie: ogni anno infatti quasi un milione di italiani colpiti dal cancro è costretto a cambiare Regione per curarsi. Servono un programma ed una regia unitaria, elemento cardine del ‘Patto contro il cancro’ fra clinici e Istituzioni”. Il cancro rappresenta la patologia cronica su cui le campagne di prevenzione mostrano i maggiori benefici. “Ma serve più impegno in questa direzione – continua il prof. Pinto -. È stato dimostrato che, se la spesa in prevenzione raggiungesse il livello del 5% previsto dai LEA, l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL scenderebbe dal 9,2% all’8,92%, con un risparmio di 7,6 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare l’accesso di tutti alle terapie innovative. Oggi infatti ad armi efficaci come la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia si sono aggiunte le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, permettendo di migliorare la sopravvivenza e garantendo una buona qualità di vita. La nostra società scientifica da tempo realizza progetti di sensibilizzazione: quest’anno abbiamo lanciato il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ con un motorhome che tocca 16 città per spiegare ai cittadini il nuovo corso della lotta ai tumori. Prosegue la seconda edizione di ‘Meglio Smettere’ con testimonial la campionessa di tennis Flavia Pennetta e l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri: l’obiettivo è far capire agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori tutti i danni provocati dal fumo di sigaretta. E promuoviamo ‘Non avere TUTimore’, campagna di sensibilizzazione sul carcinoma della vescica rivolta agli over 50”.

TUMORI: IL 63% DELLE ITALIANE SCONFIGGE LA MALATTIA

Carcinoma del polmone sempre più rosa: +34 di casi in 13 anni

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Roma, 21 aprile 2017 – Nel 2016 i tumori hanno colpito 176.200 italiane e oggi 1 milione e 700mila donne vivono dopo la diagnosi. Le percentuali di guarigione sono in costante aumento, infatti il 63% delle italiane colpite può affermare di aver sconfitto la malattia. E in una delle neoplasie femminili più frequenti, quella del seno, questi tassi raggiungono l’85%. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) aderisce alla “Seconda Giornata Nazionale della Salute della Donna” promossa dal Ministero della Salute e in programma domani. “Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per affrontare la malattia ma è essenziale migliorare l’adesione agli screening anti-cancro – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Nel 2015 sono state invitate circa 1 milione e 728 mila italiane a eseguire la mammografia, fondamentale per individuare il tumore del seno in fase precoce, ma solo il 55% ha aderito. Preoccupa in particolare la differenza fra Nord (63%), Centro (56%) e Sud (36%). Ancora insufficiente anche l’adesione al Pap-test per l’individuazione del tumore della cervice uterina, uno dei più frequenti nelle giovani donne (under 50), al 5° posto con 2.300 nuove diagnosi stimate nel 2016 in Italia”. Nel 2015 sono state invitate a eseguire l’esame poco più di 1 milione e 624mila donne, ma ha aderito solo il 39,8%. Per la prima volta dal triennio 2008-2010 l’adesione è scesa, seppure di poco, sotto il 40%. Alcuni programmi di screening hanno sostituito il Pap-test con il test HPV (Human Papilloma Virus) a seguito della pubblicazione delle raccomandazioni del Ministero della Salute nel Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012. Numerosi studi infatti hanno evidenziato una maggiore sensibilità  del test HPV nell’individuazione di lesioni tumorali rispetto al Pap-test. “Il nostro Paese, primo in Europa insieme all’Olanda, ha deciso di innovare questo programma di prevenzione dando indicazione ai decisori regionali di spostarsi verso l’HPV come test primario dello screening cervicale – continua il prof. Pinto -. È un cambiamento che sta progressivamente prendendo piede: nel 2015, 49 programmi di screening hanno utilizzato la ricerca del Dna di tipi ‘ad alto rischio’ di papillomavirus umano come test primario di screening. La proporzione di donne invitate allo screening con questo esame è ora del 16%, quasi doppia rispetto al 2012. L’adesione è stata del 50,1%, superiore a quella generale all’invito allo screening”. I tumori più frequenti nelle donne sono quello della mammella (30%), colon-retto (13%), polmone (6%), tiroide (5%) e corpo dell’utero (5%). “Il vizio del fumo è sempre più al femminile – conclude il prof. Pinto -. Anche se questa abitudine è più diffusa negli uomini (33%), va comunque evidenziato che, nel complesso, il 23% delle italiane è fumatore abituale. Un dato inquietante che indica la necessità di intraprendere azioni ad ampio spettro di contrasto al tabagismo. Infatti tra il 1999 e il 2011 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne”.

CANCRO: IN CALO I DECESSI IN ITALIA

Roma, 23 marzo 2017 – Il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM: “Per la prima volta un calo delle vittime. Passi in avanti grazie anche alla definizione del profilo molecolare della malattia con test specifici”.

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Per la prima volta diminuiscono in Italia i decessi per tumore: 1.134 morti in meno registrate nel 2013 (176.217) rispetto al 2012 (177.351). Migliore adesione ai programmi di screening, efficacia delle campagne di prevenzione e nuove armi stanno evidenziando risultati significativi. Passi in avanti ottenuti anche grazie all’oncologia di precisione che determina una vera e propria rivoluzione del modo di “pensare” il cancro: l’obiettivo è individuare le singolarità genetiche dei diversi tipi di tumore, per impostare la cura in rapporto alle esigenze di ogni paziente. A questo nuovo approccio l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) dedica un convegno nazionale che si svolge oggi al Ministero della Salute. “In diciassette anni (1990-2007) i cittadini che hanno sconfitto il cancro nel nostro Paese sono aumentati del 18% (uomini) e del 10% (donne) – afferma il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Oggi sappiamo che non esiste ‘il’ tumore ma ‘i’ tumori e che la malattia si sviluppa e progredisce diversamente in ogni persona. Perché il paziente possa ricevere una terapia di precisione sono necessarie una diagnosi accurata e una definizione del profilo molecolare della malattia con test specifici. La diagnosi può essere garantita attraverso il lavoro di laboratori di qualità in grado di fornire risultati standardizzati che supportino il lavoro dei clinici. L’oncologia di precisione cambia anche il concetto di appropriatezza, diventa cioè necessario verificare se il paziente riceva il test molecolare e la terapia indicati. In questo modo si possono ottenere risparmi notevoli per il sistema evitando trattamenti inutili e le conseguenti tossicità per i pazienti”. Oggi sono disponibili terapie mirate per alcuni dei tumori più frequenti (colon-retto, seno, polmone e stomaco). “All’identificazione di un fattore molecolare con ruolo predittivo deve far seguito una terapia mirata, perché questo è l’unico modo di migliorare l’aspettativa di vita dei malati – sottolinea la prof.ssa Paola Queirolo, Responsabile del DMT (Disease Management Team) Melanoma e Tumori cutanei all’IRCCS San Martino IST di Genova -. Un caso esemplare è quello del melanoma che fa registrare ogni anno nel nostro Paese quasi 14mila nuovi casi. In questo tumore della pelle funzionano trattamenti a bersaglio molecolare che agiscono su specifiche alterazioni a carico del DNA della cellula tumorale. In particolare circa il 50% dei pazienti presenta la mutazione del gene BRAF-V600. Prima dell’arrivo di queste armi innovative, la sopravvivenza mediana in stadio metastatico era di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a un anno del 75%. Queste nuove molecole hanno aperto un ‘nuovo mondo’ non solo in termini di efficacia e attività ma anche di qualità di vita per la bassissima tossicità e la facile maneggevolezza”.

 

Al via a Palermo il 1° festival della prevenzione e innovazione in oncologia

DA STAMATTINA FINO al 17 marzo la città ospita la quinta tappa del tour dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica.

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Un motorhome è stato allestito  in Piazza Giuseppe Verdi (dalle 10 alle 18), dove gli oncologi dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) forniranno consigli e informazioni sulla prevenzione, sull’innovazione terapeutica e sui progressi nella ricerca in campo oncologico. Saranno presenti anche rappresentanti dell’organizzazione umanitaria internazionale Life and Life, Europa Donna ed aBRCAdaBRA (dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18). L’obiettivo è portare ai cittadini un messaggio fondamentale: il cancro non va più considerato un male incurabile e contro questa malattia si deve giocare d’anticipo.

“Lanciamo, sul modello dei festival della letteratura, il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare, fino alla riabilitazione, al reinserimento nel mondo del lavoro e al ritorno alla vita – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove armi il 60% dei pazienti sconfigge la malattia, percentuale che raggiunge il 70% nelle neoplasie più frequenti”. La manifestazione itinerante, tocca 16 città con eventi che dureranno tre giorni. In Italia nel 2016 sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore (189.600 negli uomini e 176.200 nelle donne), in Sicilia 25.700 (13.400 uomini e 12.300 donne). E a Palermo ogni anno si registrano circa 5.580 nuove diagnosi (2.998 uomini e 2.582 donne).

“Resta ancora molto da fare sul piano della prevenzione – continua il prof. Antonio Russo, membro Direttivo nazionale AIOM e Direttore Oncologia Medica del Policlinico ‘Giaccone’ di Palermo -, se pensiamo che l’Italia destina solo il 4,2% della spesa sanitaria totale a queste attività, collocandosi negli ultimi posti per investimenti in prevenzione fra i 34 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD)”.

Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei tumori può essere evitato con uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta), ma pochi italiani seguono queste regole. Anche in Sicilia emergono dati preoccupanti (Report del sistema di sorveglianza PASSI 2012-2015): l’eccesso ponderale è superiore rispetto alla media nazionale, infatti il sovrappeso riguarda il 34,6% dei cittadini della Regione (31,6% Italia) e il 12,5% è obeso (10,4% Italia). Critiche anche le percentuali sull’attività fisica: il 43,2% dei siciliani è completamente sedentario (32% Italia). Superiori rispetto alla media nazionale anche i dati relativi al fumo: è tabagista il 28,7% (26,9% Italia). Si stima che oggi in Sicilia vivano circa 197.800 cittadini dopo la diagnosi di tumore, una cifra in costante crescita. Oltre alle nuove terapie, anche gli screening svolgono un ruolo fondamentale nel miglioramento dei tassi di guarigione. Ma nella Regione pochi cittadini rispondono a questi fondamentali programmi di prevenzione, infatti le percentuali di adesione sono fra le più basse a livello nazionale: nel biennio 2011-2012 solo il 35,1% delle donne siciliane ha eseguito la mammografia, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore del seno (60,9% Italia); il 28-30% ha eseguito il Pap test per la diagnosi iniziale del tumore del collo dell’utero (40,8% Italia) e solo il 15,6% dei cittadini ha eseguito il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il cancro del colon retto (47,1% Italia).

Durante il “Festival della prevenzione e innovazione in oncologia” l’organizzazione umanitaria internazionale Life and Life attraverso la sua sezione “LaL Rosa” presenterà Svegliarsi in Salute, preparazione di un sano e naturale risveglio con la Colazione della Salute. Durante la preparazione le donne che hanno vissuto l’esperienza del cancro daranno la loro testimonianza su come si può fare prevenzione cambiando stile di vita. Interverrà anche Giuseppe Salica, istruttore federale di Nord Walking, disciplina sportiva basata sulla camminata che si avvale dell’uso di particolari bastoncini. È considerata tra le attività fisiche più adatte per la prevenzione di molte malattie. Salica sarà nel motorhome il 15 marzo dalle 10 alle 12, il 16 marzo dalla 16 alle 18 e il 17 marzo dalle 10 alle 12.

ALBANO E FLAVIA PENNETTA IN PIAZZA PER IL FESTIVAL DELLA PREVENZIONE IN ONCOLOGIA

pullman-oncologiaBrindisi, 2 marzo 2017 – La lotta ai tumori scende in piazza a Brindisi. La terza tappa del “Festival della prevenzione e innovazione in oncologia” si svolge proprio nel capoluogo pugliese. Un motorhome, cioè un pullman, sarà allestito per tre giorni, dal 3 al 5 marzo, in Piazza della Vittoria (dalle 10 alle 18), dove gli oncologi dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) forniranno informazioni sulla prevenzione, sull’innovazione terapeutica e sui progressi nella ricerca in campo oncologico. Non solo. Domenica 5 marzo, alle 9.30, è in programma anche una “passeggiata in rosa” a cui darà il via la Sindaca Angela Carluccio (con partenza da Piazza della Vittoria), realizzata in collaborazione con l’associazione “Cuore di donna”. E domenica mattina ci sarà il cantante Al Bano Carrisi. Ospite della manifestazione anche la campionessa di tennis Flavia Pennetta. L’obiettivo è portare ai cittadini un messaggio fondamentale: il cancro non va più considerato un male incurabile e contro questa malattia si deve giocare d’anticipo. “Lanciamo, sul modello dei festival della letteratura, il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare, fino alla riabilitazione, al reinserimento nel mondo del lavoro e al ritorno alla vita – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove armi il 60% dei pazienti sconfigge la malattia, percentuale che raggiunge il 70% nelle neoplasie più frequenti”. La manifestazione itinerante, resa possibile grazie al sostegno di Bristol-Myers Squibb, tocca 16 città con eventi che dureranno tre giorni. In Italia nel 2016 sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore (189.600 negli uomini e 176.200 nelle donne), in Puglia 21.900 (11.600 uomini e 10.300 donne). E a Brindisi ogni anno si registrano circa 2.000 nuove diagnosi (1.054 uomini e 918 donne, Registro Tumori Puglia – Rapporto 2015). “Resta ancora molto da fare sul piano della prevenzione – continua il prof. Saverio Cinieri, tesoriere nazionale AIOM, Direttore del Dipartimento di Oncologia medica e Responsabile della Breast Unit dell’Ospedale Perrino di Brindisi -, se pensiamo che l’Italia destina solo il 4,2% della spesa sanitaria totale a queste attività, collocandosi negli ultimi posti per investimenti in prevenzione fra i 34 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD)”. Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei tumori può essere evitato con uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta), ma pochi italiani seguono queste regole. Anche in Puglia emergono dati preoccupanti (Report del sistema di sorveglianza PASSI 2012-2015): l’eccesso ponderale è superiore rispetto alla media nazionale, infatti il sovrappeso riguarda il 32,4% dei cittadini della Regione (31,6% Italia) e il 12,5% è obeso (10,4% Italia). Il 46,8% dei pugliesi consuma alcol ed il 40,3% è completamente sedentario (32% Italia). Migliori rispetto alla media nazionale i dati relativi al fumo: è tabagista il 25,9% (26,9% Italia). “Una monografia della Società Americana di Oncologia Clinica (American Society of Clinical Oncology) pubblicata a fine 2016 – continua il prof. Cinieri – ha analizzato la correlazione tra tumori e obesità: quest’ultima è diventata nel mondo occidentale la prima causa di rischio oncologico non solo per le patologie più diffuse (mammella, prostata, colon), ma anche per quelle meno frequenti (tumori del distretto testa-collo, endometrio, pancreas e stomaco). Ed è ormai ampiamente dimostrato che correggere comportamenti scorretti aiuta anche i pazienti con cancro avanzato a rallentare la progressione della malattia”.

 

TUMORI UROLOGICI: “PIÙ DI 77.300 NUOVI CASI OGNI ANNO IN ITALIA

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Milano, 20 Dicembre 2016 – Per la prima volta è definita una strategia condivisa per trattare i tumori urologici. In particolare sono stabiliti i volumi minimi di attività necessari per ciascuna patologia, a cui dovranno attenersi i team multidisciplinari chiamati a curare i pazienti. Con chiari vantaggi grazie alla definizione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA): da un lato miglioreranno l’appropriatezza e la qualità delle prestazioni, dall’altro si avranno risparmi e riduzione dei costi per il sistema sanitario evitando esami inutili. La linea condivisa è contenuta nel documento di consenso sul team multidisciplinare uro-oncologico firmato a Milano in una Consensus Conference da sette società scientifiche: AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRB (Società Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana Radioterapia Oncologica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri), SIU (Società Italiana di Urologia) e SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica). Nel nostro Paese sono diagnosticati annualmente oltre 77.000 nuovi casi di queste neoplasie (34.400 prostata, 26.600 vescica, 13.400 rene e vie urinarie, 2.500 testicolo, 470 pene), che rappresentano il 21% del totale delle diagnosi di cancro (365.000 stimate nel 2016). “La patologia oncologica in ambito urologico necessita sempre più di una formazione e di un approccio multidisciplinare – affermano Carmine Pinto (presidente AIOM), Riccardo Santoni (presidente AIRB), Elvio Russi (presidente AIRO), Michele Gallucci (presidente AURO), Maurizio Tomirotti (presidente CIPOMO), Vincenzo Mirone (segretario generale SIU) e Riccardo Valdagni (presidente SIUrO) -. Ogni team multidisciplinare uro-oncologico deve prevedere un nucleo centrale (core team) composto dalle figure professionali prevalentemente coinvolte nel processo di diagnosi e cura (urologo, oncologo medico e oncologo radioterapista) e un non core team multidisciplinare e multi professionale che può essere coinvolto su richiesta del nucleo centrale. Va inoltre definita la figura di coordinamento clinico-scientifico e organizzativo all’interno di ogni team. Vogliamo migliorare l’appropriatezza diagnostica e terapeutica, rendere accessibili a tutti le cure più efficaci e migliorare la qualità di vita e l’adesione alle terapie da parte dei pazienti, ottimizzando così l’uso delle risorse”. I dati della letteratura indicano che i team multidisciplinari, rispetto alla valutazione mono-specialistica, possono modificare il processo diagnostico-terapeutico in maniera rilevante garantendo risparmi importanti: ad esempio nel tumore della prostata fino al 20% dei casi, nella vescica fino al 22-40% e nel rene fino al 17-35%. Il documento di consenso prodotto dalle Società scientifiche coinvolte in questo progetto costituisce la base per l’interazione dei team multidisciplinari con le Direzioni Aziendali per definirne l’applicazione locale attraverso percorsi interni o nell’ambito delle reti oncologiche regionali.